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Da Oipa Italia Onlus Ferrara
 
Oipa Organizzazione Internazionale Protezione Animali sez. Ferrara e Nucleo Guardie Zoofile Ferrara, organizzano il 1 aprile p.v. un seminario che ha per titolo e tema gli accumulatori di animali.
Il convegno gode del patrocinio del Comune di Ferrara e della AUSL di Ferrara proprio per gettare la prima pietra per avviare un confronto multidisciplinare per la gestione di queste situazioni.
E infatti di fondamentale importanza ed certo auspicio che una ”patologia” come questa, veda coinvolte tutte le figure di riferimento come appunto il Comune, i Servizi Sociali,  il Servizio Veterinario e il Dipartimento Salute Mentale dell’AUSL di Ferrara.
Interverranno la Psicologa  D.ssa Elisa Silvia Colombo che illustrerà l’effetto della patologia sul benessere degli animali, la D.ssa Angela Soriani, Veterinario Ufficiale Azienda USL Ferrara, che oltre a mettere in evidenza gli aspetti relativi alla sanità, parlerà di casi reali, la Dott.ssa Paola Mazzoni Medico psichiatra –del Dip. Salute Mentale Azienda USL Ferrara che argomenterà su come si possa intervenire sull’accumulo compulsivo e la D.ssa Greta Diana, Medico Veterinario Comportamentalista Specialista in Etologia Applicata e Benessere degli Animali d’Affezione.
La giornata è rivolta a volontari, veterinari, assistenti sociali, operatori delle FFOO ed a tutti i cittadini interessati. 
I lavori avranno inizio alle 13.30 con la registrazione dei partecipanti e si concluderanno alle 19 dove Banca Mediolanum avrà il piacere di offrire un AperiVeg.
La partecipazione prevede un contributo di 15 euro, con prenotazione obbligatoria al n.377.7085458 (anche SMS o whatsapp) o mail a ferrara@oipa.org

Il termine inglese “animal hoarding” definisce precisamente la patologia di chi accumula (to hoard = accumulare, accaparrare, ammucchiare) nella propria abitazione un numero elevato di animali: cani e gatti sono le specie più comunemente detenute, ma il fenomeno coinvolge in minor misura anche animali selvatici, esotici e specie d’allevamento.
Agli animali coinvolti vengono a mancare i requisiti minimi di benessere, ovvero un alloggio adeguato per spazio e condizioni igieniche, cibo ed acqua sufficienti e le cure veterinarie necessarie. Di conseguenza, i soggetti detenuti sviluppano seri problemi di salute, di malnutrizione e di grave sofferenza psichica.
Gli accaparratori stessi vivono in situazioni di isolamento sociale, e le condizioni igienico-sanitarie delle loro abitazioni sono compromesse al punto tale da pregiudicare le loro stesse condizioni di salute.
Le conseguenze non solo sociali, ma anche economiche di questo fenomeno risultano ingenti, poiché spetta alla comunità farsi carico del sequestro, del recupero, delle cure e dell’alloggio in ricoveri adeguati degli animali coinvolti che molte volte non sono facilmente adottabili, a causa dei gravi traumi fisici e psichici a cui sono stati sottoposti, perciò terminano la loro sfortunata vita in strutture rifugio.

Inoltre, la maggioranza degli accaparratori presenta un alto tasso di recidiva, tendendo nuovamente ad accaparrare in breve tempo altri animali e a detenerli nelle medesime condizioni dei precedenti: per questo motivo, è necessario riconoscere ed affrontare con le cure adeguate ed in maniera risolutiva questo disagio mentale.
A livello internazionale, la classificazione e la diagnosi dei disturbi mentali si basano sul DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), del quale è stata pubblicata l’ultima edizione nel 2013, negli USA, tradotta poi in italiano nel 2014. Nelle edizioni precedenti, l’accumulo di animali non veniva annoverato tra le patologie psichiatriche diagnosticabili, mentre l’accumulo di oggetti veniva solo citato tra i possibili sintomi del Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalità.
La quinta e ultima edizione del manuale riconosce invece il Disturbo da Accumulo o Hoarding Disorder come categoria diagnostica a sé stante, fornendo precisi criteri per la diagnosi di questa patologia; sebbene la descrizione dei sintomi si riferisca principalmente all’accumulo di oggetti, tra le caratteristiche associate a supporto della diagnosi compare anche l’accumulo di animali (o “Animal Hoarding”), che viene riconosciuto come una manifestazione particolare del disturbo, presente in circa un terzo dei casi di accumulo di oggetti e caratterizzato in genere da una maggiore gravità e una peggiore prognosi.
D’ora in poi non sarà quindi più possibile giustificare il comportamento di accumulo di animali come un semplice stile di vita o una conseguenza di un amore smisurato verso gli animali non umani e le persone che manifestano il disturbo potranno ricevere una diagnosi e, si spera, un sopporto adeguato, come gli animali, vittime di tali situazioni.

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