Accorpamento dei Comuni. La posizione del Sindaco Marco Fabbri
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Il tema posto dai sindacati merita attenzione e impone una seria riflessione che non può prescindere dall’esito referendario del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Le province che dovevano essere spazzate via sono rimaste in piedi, ma senza soldi e con un legislatore che continua ad ignorare questa situazione.
Detto ciò, e auspicando un intervento legislativo a livello centrale, è altrettanto vero che gli attuali modelli di governance dei comuni hanno mostrato a livello nazionale negli ultimi anni forti criticità, tra queste le più evidenti mi sembrano le sporadiche (e spesso improvvisate) fusioni di Comuni e le Unioni dei Comuni.
Le prime spesso e volentieri non tengono conto della visione complessiva che sollecita il sindacato; sono risultate spesso fusioni “a freddo” di micro-comuni trasformati in “piccoli comuni”. Le fusioni sono risultate più politiche che non utili, che hanno creato vantaggi, economie di scala e razionalizzazioni discutibili.
Le Unioni, invece, a distanza di un decennio hanno prodotto per lo più scarsi risultati. Le decisioni prese dall’Unione comportano tempi decisionali troppo lunghi, c’è una fase di attesa inspiegabile dettata dalla difficile convivenza dei sindaci, le attività rimangono bloccate e qualche socio coltiva il proprio orticello senza curarsi delle difficoltà degli altri.
Non sono in grado di dire se 4 Comuni dei 22 siano pochi, forse si. Di certo proporre fusioni legate a rigidi confini amministrativi e non alle reali necessità dei cittadini potrebbe risultare una visione miope e questo deve essere un ulteriore elemento di confronto e discussione.
Marco Fabbri
Comune di Comacchio
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