Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…
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Vladimir Vysotsky, Istruzioni prima di un viaggio all’estero
Vladimir Vysotsky (25 gennaio 1938 – 25 luglio 1980).
Cantautore russo. Visse in pieno periodo sovietico e venne censurato dal regime. Proprio grazie a questo fatto divenne simbolo dell’opposizione e del dissenso. Nel 1961 scrive le sue prime canzoni che diventano subito famose in tutta Mosca. All’attività ufficiale di attore, affianca quella di poeta e cantautore: ma le sue composizioni, ritenute dal regime troppo scomode, vengono dapprima attaccate dalla stampa, quindi complessivamente ignorate. Nel 1967 conosce l’attrice francese Marina Vlady che sposa l’anno seguente. Scrive oltre 500 canzoni; incide i suoi dischi all’estero, in Francia e Canada, quando – dopo il ’75 – gli viene concesso il passaporto in quanto marito di una cittadina straniera. Ignorato e boicottato dal regime, ma sempre più amato dal popolo russo, diventa il poeta più popolare del paese malgrado di lui non sia mai stato pubblicato, in patria, nemmeno un verso.
A partire dal 1987 le sue canzoni – registrate dal vivo dallo stesso Vladimir – vengono incise su CD.
Un infarto lo stronca nella notte del 25 luglio 1980.
Vladimir Vysotsky: ufficialmente un grande attore.
In verità uno straordinario poeta, ma i cui versi non vengono stampati perché censurati dalle autorità sovietiche. E quindi Vysotsky viene obbligato a imbracciare la chitarra e cantare, cantare, cantare per far passare le sue parole di orecchio in orecchio per tutta l’URSS.
Grazie a cassette registrate fortunosamente, la voce profonda, infiammata e dolente di “Volodja” Vysotsky diventa la voce di tutti coloro che si oppongono e dissentono dal conformismo di regime. Come De Andrè, cantò i perdenti che non si arrendono, gli sconfitti indomiti, gli idealisti disillusi.
Come un bluesman la sua vita è fatta di dissipazione e disperazione: pur ignorato e boicottato diventa il poeta più popolare del suo paese, senza che di lui venga mai stato stampato un singolo verso.
La notizia della sua scomparsa viene taciuta dalla stampa ufficiale, ma il grido ‘Volodja è morto!’ rimbalza nelle metropolitane e nelle strade di Mosca. Quasi un milione di persone seguono il suo funerale, e ancora oggi sulla sua tomba non mancano mai fiori e pensieri.
Sentieri selvaggi, uno dei più importanti ensemble italiani di musica classica contemporanea diretto da Carlo Boccadoro, ha invitato Eugenio Finardi a unirsi a loro per un progetto sull’opera del grandissimo cantautore russo Vladimir Vysotsky, le cui canzoni sono state ripensate e trascritte da
Filippo Del Corno, compositore tra i più affermati delle ultime generazioni.
Nasce così il progetto Il Cantante Al Microfono, che debutta live con grandissimo successo al Teatro dell’Elfo di Milano il 21 maggio 2007, ed è ospite del Festival della Letteratura di Mantova nel settembre dello stesso anno. A dicembre 2007 Finardi e Sentieri selvaggi entrano in studio per registrare il disco, prodotto da Velut Luna e distribuito da Egea Distribution.
Il cd Il Cantante Al Microfono getta un ponte tra la canzone d’autore e la musica classica contemporanea partendo dal grande attore, poeta e cantautore russo Vysotsky, tragicamente scomparso nel 1980, che capì e cantò l’anima vera del suo popolo e perciò fu duramente osteggiato dal regime sovietico. La sua musica accompagna con intriganti melodie, ora dal sapore balcanico, ora dai toni orientaleggianti, ora ricalcando antichi tempi di valzer, i testi acutissimi e graffianti. Dal corpus delle sue oltre 500 canzoni Eugenio Finardi e Filippo Del Corno hanno scelto una decina di titoli fortemente rappresentativi della tensione etica, spirituale, politica e dell’ironia
corrosiva che anima il lavoro di Vysotsky. Le canzoni, già tradotte in italiano da Sergio Secondiano Sacchi, sono state orchestrate per l’ensemble strumentale Sentieri selvaggi dallo stesso Del Corno, in una versione che mette in luce l’altissima qualità poetica e musicale dei versi di Vysotsky e permette il pieno dispiegamento della straordinaria potenza interpretativa di Eugenio Finardi.
E’ infatti diverso tempo che Finardi affianca alla sua attività di protagonista del rock d’autore italiano un approfondito e rigoroso lavoro di ricerca vocale, che lascerà stupiti chi non conosce il percorso che l’ha portato dal fado, al suo amato blues, fino alla classica contemporanea. Raffinatissima la grafica curata dallo Studio Convertino. Un progetto insomma che si sposa in modo perfetto con la linea produttiva che da sempre Velut Luna propone: originalità in proposte artisticamente e tecnicamente della massima qualità.
[fonte: http://www.youtube.com/watch?v=vWGZBg5XcVM]
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Redazione di Periscopio
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