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ACCORDI
Hemp for victory.
Il brano di oggi…

Articolo pubblicato il 16 Luglio 2015, Scritto da Radio Strike

Tempo di lettura: 3 minuti


Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

Good Times di Willie Nelson.

Qualche notte fa io e un mio amico ce ne stavamo svaccati a parlare sul divano tentando di assorbire il massimo dell’escursione termica possibile.
Eravamo lì con le nostre birre e sigarette in mano quando a un certo punto la conversazione è finita sulla cannabis e sulle “sorprese” degli ultimi anni in materia di legislazione.
E in quel momento: pum, telepatia!
“VEDRAI CHE FARANNO COME CON LE SIGARETTE”.
E infatti ecco che puntualmente inizia a muoversi qualcosa anche nel nostro Bel (sì, ciao bel) Paese.
E infatti ecco che puntualmente, insieme a questa raccolta firme/proposta di legge arrivano anche i soliti commenti gusto “salame del mio vecchio nonno di campagna”.
Naturalmente è il solito Salvini ad aprire la gara di rutti al salame.
Ma per fortuna e anche per pietà, forse per paura nell’attesa delle parole di uno come Giovanardi ecco che il mio cervello trema e mi anticipa con una vocina che mi dice NO COMMENT.
Se ne possono dire tante sulla legalizzazione della cannabis.
Ma direi che certe cose sono oggettive.
In primis, in un paese come il nostro, che da sempre si è appoggiato a questa pianta dai mille utilizzi una proposta così è senza dubbio positiva.
E in un momento come quello che stiamo vivendo direi che le ricadute economiche non sarebbero una cosa da poco.
In secondis però, avendo ben presente il fanatismo di certi “adepti” un po’ mi viene male, soprattutto se penso a quei retrogradi da sempre attenti a marciare sui cliché del ragazzino che trasforma una semplice pianta in uno stendardo.
Ma secondo me io e il mio amico possiamo dirlo ancora: finirà come con le sigarette.
La cosa che un po’ mi inquieta è la modalità con cui arriveranno gli inevitabili cartelli com’è successo appunto con il tabacco.
Ma così su due piedi senza dubbio i pro sembrano più numerosi dei contro.
Poi è ovvio che queste siano cose più grandi di noi com’è ovvio anche che questa non troppo improvvisa apertura sia parecchio diversa dalle pittoresche performance di Pannella che ricordo da quand’ero piccolo.
Ovvio anche che la spinta venga quasi sicuramente dalle ultime mosse viste negli USA.
In fondo quelli sono gli stessi eterni ragazzi che nel 1942 circa, in mancanza di nylon per le corde da usare sulle navi da guerra girarono in fretta a furia un bellissimo film di propaganda dal titolo davvero roboante: HEMP FOR VICTORY.
Attendiamo dunque, come sempre da spettatori, gli sviluppi di questa questione che da sempre fa sognare grandi e piccini.
Ma che da sempre appassiona anche un “nonno di campagna” un bel po’ diverso da quel nonno che fa il salame.
In prima linea da tempi non sospetti, “aperto” e secondo me anche lucido come pochi sulla questione.
Augurando a tutti di imparare a riconoscere il Texas in casa propria lascio dunque la parola a questo “buzzurro” che in Texas c’è nato e cresciuto.

album: Good Times (1969)

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3 Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani