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Bacia al diavolo

Tempo di lettura: 3 minuti

In questi giorni, oltre agli strascichi di Parigi, la notizia è anche questa: gli Eagles Of Death Metal.
Io voglio un sacco di bene agli Eagles Of Death Metal.
Quando ho messo su il mio primo gruppo – insieme a quel mio amico che dice sempre “c’è molto poco da dire” – saccheggiavamo il loro primo disco per scaldarci in sala prove.
Al secondo album però, siccome eravamo e siamo due cagacazzi, avevamo un po’ smesso di seguirli perché secondo noi il loro suono si era gonfiato un po’ troppo.
O almeno, eravamo così tanto affezionati a quel disco rosa e azzurro che già con “Death By Sexy” c’eravamo rimasti davvero male.
Così, dopo i fatti di Parigi ne stiamo leggendo di ogni e – purtroppo per noi, per tutti e anche per loro – gli Eagles Of Death Metal ci sono in mezzo.
Pensavo che ormai, in un’epoca in cui anche la nostra cacca è connessa a internet, potesse esistere un limite alle castronerie.

“Anthology Of American Folk Music curata da Harry Smith” del 1928
“Anthology Of American Folk Music” del 1928

Ma poi mi hanno riferito di Giletti che in diretta sulla Rai ne parla come si parlerebbe dei Mayhem.
E lì ok, è Giletti, poveraccio. Ha un cognome che sembra un’italianizzazione fascistissima per “rasoi”.
Quindi a lui passiamogliela per pietà.
Poi però mi è capitato sotto agli occhi un articolo a cui l’aggettivo “delirante” non rende giustizia.
Iniziamo dal titolo: “E fu così che inneggiando al demonio, si scatenò l’inferno al Bataclan”.
Ma ne riporterei una parte:
Eagles of Death Metal sono un gruppo rock statunitense “blasfemo” che propongono musica mettallica allo stato puro, un concerto di sballo al ritmo delle chiatarre elettroniche e tanto tanto chiasso.
Come testimoniato da un terribile filmato trasmesso dai notiziari di tutto il mondo, gli Eagles of Death Metal stavano suonando il loro brano Kiss the Devil che tradotto significa Bacia al diavolo sul palco del Bataclan, quando i terroristi hanno iniziato a sparare in sala: il fragore dei colpi, dopo pochi secondi, ha sovrastato la musica e la band è riuscita a salvarsi attraverso un’uscita sul retro del locale.
Coincidenza?!
Che dire?
Sull’eco del tonfo delle mie palline che cadono, oggi, mi pare doveroso risalire alla vera fonte da cui proviene il pezzo “incriminato”

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

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PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)