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da: Zairo Ferrante

Era solo questione di pochi giorni e poi la maggior parte di noi avrebbe iniziato a preparare, come sempre, il proprio Natale.
Un Natale fatto di speranze, di auguri e di fiducia nel futuro; un Natale costruito con simboli, religiosi e non, ormai millenari.
Tradizione consolidata negli anni che, inevitabilmente, ha contribuito a plasmare il nostro essere e sentirsi italiani.
E invece no, quest’anno non sarà la stessa cosa, in questo momento è nostro obbligo mettere da parte il Natale e stringerci attorno alla Francia, vittima di uno degli attentati terroristici più atroci che la storia ricordi. E quando dico atroce non mi riferisco solo al numero di vittime, che pure ha il suo peso, ma mi riferisco anche e soprattutto alle modalità con il quale è stato ideato e consumato.
Un attacco organizzato, volutamente indirizzato contro uomini, donne e bambini, tutti innocenti.
Un’azione spietata condotta con lo scopo di veicolare un messaggio: ” in dieci possiamo terrorizzare e bloccare Parigi, in mille l’intera Francia, in un milione il Mondo”.
Ed ora cosa fare? Come reagire?
Beh, sicuramente mi auguro che le Autorità Italiane insieme a quelle Europee e Mondiali mettano da parte i loro dissapori e facciano tutto quello che deve essere fatto al fine di rendere questo Mondo più sicuro ( perché è inutile negarlo, siamo dinanzi ad uno scontro tra civiltà che mina l’intero Pianeta ), in nome della democrazia e nel rispetto delle molteplici culture che rappresentano le fondamenta di ogni singolo Popolo e Stato.
Invece noi? Cosa possiamo fare noi semplici Cittadini? Noi Popolo Italiano?
Innanzitutto essere fedeli a noi stessi e alla nostra storia. Prendere atto della nostra grandezza culturale e continuare a essere Italiani.
Quell’essere Italiano che il resto del mondo ci invidia. Quell’essere Italiano che ci ha fatto amare da tutti.
Un pesante dovere morale, ma anche il più grande dono, lasciatoci in eredità dalla nostra Cultura.
L’obbligo di non cedere alla tentazione di abbracciare stupidi luoghi comuni intrisi di razzismo, ma di continuare dritti per la nostra strada, quella dell’uguaglianza, dell’ostinata ricerca della Pace e della Speranza.
Una speranza che quest’anno, più di altri, dovremo riversare anche nei nostri Presepi, convinti e consapevoli di non essere soli.
Confidando che nel Mondo, tra brutture e atrocità, esistono ancora persone che pur non credendo nel Presepe la pensano come noi.
Creature, come la giovanissima poetessa pakistana *Tuba Sahaab, ancora capaci di alzarsi in piedi e con coraggio sbattere parole in faccia chi, in modo falso e meschino, non sta facendo nient’altro che celare i propri folli interessi dietro il nome di un Dio e dietro princìpi religiosi, distorcendone i contenuti.
Anche da questo occorre ripartire e anche in questo dobbiamo credere per continuare a essere Italiani: *Minuscole gocce di lacrime, i loro visi come angeli/Lavati con sangue, loro dormono per sempre con rabbia.
Zairo Ferrante
http://e-bookdinanimismo.myblog.it/2015/11/14/abbracciando-parigi-la-francia-continuiamo-credere-nel-presepe/

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