A Unife nel corso del Convegno “Le risorse invisibili. La gestione del patrimonio archeologico e scientifico tra criticità e innovazione”
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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife
Migliorare la conoscenza delle diverse modalità di conservazione dei reperti. E’ questo l’obiettivo principale del Convegno “Le risorse invisibili. La gestione del patrimonio archeologico e scientifico tra criticità e innovazione”, che si terrà lunedì 29 settembre alle ore 9 nell’Aula Magna del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, (via Voltapaletto, 11).
“Il patrimonio culturale italiano – spiega Carlo Peretto, Professore ordinario del Dipartimento di Studi umanistici di Unife – riveste grande importanza a livello mondiale, non solo per la sua complessità, ma anche per le sue dimensioni, in termini di qualità e quantità. Quest’ultimo aspetto è discusso da tempo in diversi ambiti con particolare riferimento all’insieme dei beni culturali conservati nei depositi di Musei e Istituzioni che, seppur organizzati, spesso non sono nelle condizioni di facilitarne la fruizione, sia di carattere scientifico, sia rivolta al grande pubblico”.
Il convegno si inserisce nelle linee di ricerca del Dottorato in Scienze e Tecnologie per l’Archeologia e i Beni Culturali di Unife, rivolte – come afferma Peretto – … “alla comprensione delle modalità di gestione delle collezioni che non sono oggetto di esposizione. Tra gli obiettivi da raggiungere la messa a punto di modalità di catalogazione in linea tra le varie Istituzioni per arrivare ad una conoscenza del patrimonio “sommerso”, proporre possibili interventi per il monitoraggio della qualità degli spazi adibiti a depositi (umidità, temperatura, luce, ecc.), approfondire le problematiche connesse alla fruizione delle raccolte conservate, anche nella previsione di eventuali spostamenti sia per esposizioni che per delocalizzazioni”.
L’iniziativa non solo è supportata da borse di studio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sul programma Fondo per il sostegno dei giovani, ma per lo svolgimento delle attività è stata stipulata una convenzione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con l’Associazione Nazionale Musei Locali e Istituzionali.
“Tra le azioni concrete effettuate – conclude Peretto – l’elaborazione di un questionario per rilevare lo stato dell’arte della gestione e movimentazione dei beni culturali custoditi presso i musei statali e non e gli istituti a carattere museale. Inoltre è stato aperto un dialogo con le imprese di monitoraggio degli ambienti museali e che svolgono la loro attività specialistica nell’organizzazione di eventi con processi di movimentazione dei materiali a carattere culturale. Le informazioni raccolte consentiranno di avere un quadro generale statistico della realtà italiana e di proporre proposte gestionali migliorative”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani