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Il cinema è uno dei tre linguaggi universali; gli altri due sono la matematica e la musica.” Frank Capra

Abbiamo il piacere di incontrare Rodrigo Diaz, che dal 1996 dirige il Festival del cinema latino-americano di Trieste, una delle vetrine europee più prestigiose di una cinematografia rigogliosa e variegata, che, sia pure non ancora ampiamente distribuita, ha un appeal sempre più ampio tra il pubblico europeo.

Possiamo affermare che esiste un solido collegamento tra il cinema europeo e italiano e la cinematografia del continente latino-americano ?
Il cinema latinoamericano nasce da registi europei, francesi e italiani, autentici pionieri: il primo lungometraggio di animazione della storia del cinema è opera di un italiano originario di Pavia, Quirino Cristiani , emigrato in Argentina, che nel 1917 realizzò El Apóstol, una satira sull’allora Presidente Hipólito Irigoyen. Come se non bastasse, nel 1931 realizzò il primo lungometraggio animato con sonoro Peludópolis. Tanto per sottolineare le caratteristiche innovative del nostro cinema.

Esiste un filone del cinema italiano che ha influenzato il vostro?
Certamente il neorealismo italiano è stato per molto tempo l’ispirazione principale per il nostro cinema: “Roma città aperta” di Rossellini è stato, per tutti e per tanto tempo, il paradigma a cui ispirarsi. Un aneddoto: Aldo Francia, un pediatra di Viña del Mar, emigrato in Cile dopo aver terminato il Liceo a Torino, nei primi anni ’60 in viaggio in Europa vede a Parigi appunto “Roma città aperta”; ne resta così impressionato che, tornato in patria, si reinventa cineasta, e fonda quello che ancora oggi è il più importante Festival di cinema esclusivamente dedicato al cinema latinoamericano, appunto il Festival di Viña del Mar. Una piccola curiosità: nel 1969 Ernesto Che Guevara, ucciso l’anno precedente in Bolivia, fu nominato presidente ad memoriam del Festival.
Lo stesso Aldo Francia realizzò due classici del nostro cinema: “Valparaíso mio amor”, omaggio alla città, e “Ya no basta con rezar”, che fu un manifesto dell’impegno sociale dei cattolici per il superamento delle ingiustizie sociali.

Altre influenze tra il nostro e il vostro cinema?
Il Centro sperimentale di cinematografia è stato da sempre un punto di riferimento per i nostri autori: figure note a chi conosce la nostra storia, personaggi come Fernando Birri, i cubani Julio García Espinosa eTomás Gutiérrez Alea, coscienza critica delle Revolución, autore tra l’altro di “Fragole e cioccolato”, abbastanza distribuito in Europa, sulla repressione della omosessualità, e dello spassoso e grottesco “La morte di un burocrate, un carro funebre in giro per Cuba”, si sono tutti formati al Centro, come anche il Nobel Gabriel García Márquez. Evidenzio infine la grande influenza di Cesare Zavattini sui nostri cineasti, per quanto riguarda le tecniche di sceneggiatura e di ripresa.

Quale è lo stato del vostro cinema?
A mio parere è un cinema con una grande varietà tematica; vedi, per troppo tempo in Europa si pensava a noi come un cinema ‘impegnato’, con una spiccata vocazione sociale, insomma a un cinema monotematico. Invece il nostro è un continente con una grande vitalità, e il nostro cinema attuale rispecchia questa varietà e questa esuberanza. Anche i festival europei hanno grande attenzione; Cannes in primis, ma non dimentichiamo al Festival del cinema di Roma l’affermazione di “Un cuento chino” di Sebastián Borensztein.

Per finire, notizie sulla prossima edizione del Festival?

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La locandina dell’edizione 2014

Il Festival del cinema latinoamericano, nato nel 1985, ha trovato, dopo qualche peregrinazione, la sua sede di elezione a Trieste; un contesto favorevole e ideale per la bellezza della città, crocevia internazionale di cultura, con un pubblico attento e competente; possiamo vantare infine sulla ottima e fattiva collaborazione con le istituzioni locali. Dal 17 al 25 ottobre dunque appuntamento a Trieste, nelle prestigiosi sedi del Museo Revoltella e del Teatro dei Fabbri, per un Festival dedicato a Gabriel García Márquez, del quale stiamo ricostruendo le sceneggiature originali tratte dai film, che andranno ad arricchire l’archivio del Festival, realizzato in collaborazione con la Università di Trieste.

 

Per saperne di più sulla prossima edizione del Festival del cinema latino americano di Trieste clicca qui.

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Massimo Piazza



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