di Marcella Mascellani
Una ventina di giorni fa sono andata a vedere, con alcuni conoscenti, la collezione permanente dello scultore Mario Piva in via Cisterna del Follo, 39 a Ferrara.
Ero incuriosita dal fatto che l’artista de “Il Cavallo”, che possiamo ammirare in Via Bologna, e de “ll Successo”, esposto nella sede direzionale della Cassa di Risparmio di Ferrara, fosse un conterraneo contemporaneo.
Al di là di apprezzare le sue opere, circa 600, davanti alle quali si rimane positivamente meravigliati, è stato importante, e interessante, conoscere la vita artistica e lavorativa dell’autore: un’associazione di concretezza, impegno, sperimentazione e fantasia.
Noi, spettatori di quell’occasione, ascoltavamo interessati le parole di quel testimone del nostro tempo.
Il suo renderci edotti sulla scelta dei materiali (creta, marmo, legno, ferro, rame e bronzo), degli stili (come una scultura passa dal pensiero alla forma) e dei temi (la donna, la danza, i cavalli, gli uccelli, la morte, il concepimento), aveva catturato la nostra attenzione e la nostra curiosità.
Penso che sarebbe interessante e produttivo che gli studenti delle scuole medie o superiori venissero accompagnati dagli insegnanti, approfittando di un’esterna, nella sua galleria (vorrei sottolineare: ad accesso gratuito) dove troverebbero un distinto e anziano signore a “raccontare” di come nasce un’idea artistica e di un passato economico, in qualità di fondatore della Stayer, che aveva contribuito a illuminare la nostra città.
Perché ho pensato alla scuola e, in particolare, perché proprio il periodo adolescenziale? Credo che l’adolescenza sia un’età nella quale i contenuti scolastici hanno un grosso valore proprio perché proposti nel momento di massimo impegno intellettivo e cognitivo. Contenuti ancor più apprezzati se presentati in maniera vivace e curiosa. E’ l’età nella quale la scuola, ancora oggi luogo elettivo della formazione, accompagna gli alunni alla conoscenza del mondo esterno; i ragazzi cominciano a innamorarsi di una idea o di un modello di vita. “Lasciate che i vostri figli s’innamorino di altri” suggerisce Alberto Urro, stimato educatore della nostra città, ai genitori di una scuola media durante una conferenza, intendendo con “altri” figure che possano dare un contributo positivo e produttivo nel complicato passaggio caratterizzato dalla contrapposizione adolescenziale alla tradizione famigliare in un confronto con il mondo “altro”.
Ho visto in Mario Piva l’alternativa vivente alla lavagna multimediale o alla lezione canonica (perché no!), in qualità di testimone con le sue opere e i suoi racconti, di un passato del quale sarebbe giusto rimanesse memoria.
Ho pensato che a ragione Massimo Recalcati nel suo “L’ora di Lezione” sostiene:“Se tutto sospinge i nostri giovani verso l’assenza di mondo, verso il ritiro autistico, verso la coltivazione di mondi isolati (tecnologici, virtuali, sintomatici), la Scuola è ancora ciò che salvaguarda l’umano, l’incontro, le relazioni, gli scambi, le amicizie, le scoperte intellettuali, l’eros.”
Ecco perché incontrare il maestro Mario Piva, lo scultore-industriale, potrebbe essere, per loro, una bella opportunità.
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