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A Modo suo

Agli amici confida che da dieci anni studia da sindaco. Ed è vero! Ma il sogno nasce probabilmente già alla fine degli anni ’90, quando inizia l’apprendistato come presidente della circoscrizione Giardino (sì, proprio la famigerata Gad), e si fa più concreto dal 2003, con la nomina ad assessore comunale, dapprima alle Attività economiche e in seguito a Lavori pubblici e mobilità.
La lunga strada percorsa da Aldo Modonesi, (auto)candidato in pectore che nessuno però candida, lo ha portato oggi a concludere l’ultima conferenza stampa plenaria dell’ultimo capodanno di quella che molti considerano l’ultima Giunta a trazione Pd, partito erede della principale forza politica che, dal dopoguerra, ha ininterrottamente governato la città. E lui, Aldo Modonesi, Aldino, in questa così particolare situazione, dopo avere ascoltato tutti i colleghi di Giunta e il Sindaco, ha preso la parola proprio in chiusura, come di norma fa il padrone di casa e, dulcis in fundo, ha detto la sua, a suggello di un’esperienza che – comunque vadano le cose – termina (in quel ruolo) anche per sé. Ha tenuto un discorso da reggente, sciorinando – peraltro con invidiabile scioltezza, gli va riconosciuto, e completamente a braccio, quindi senza consultare appunti, tanto si sente cucita addosso la missione – i molti traguardi tagliati in questi anni nel suo ruolo di amministratore comunale.
Un cammino, il suo, ben dosato e misurato, che lo proietta ora a un passo dalla vetta, dunque dall’ipotetico agognato trionfo; o, per eventuale rovescio della sorte, sull’orlo di un precipizio e di una rovinosa caduta. Sciagura! Ma lui vuole, fortemente vuole: per quel traguardo si sente pronto e a quella meta ambisce, fortemente ambisce… Non si è fatto, dunque, sfuggir l’occasione per sciorinare il catalogo dei trofei.
Con l’umile premessa che mettendo assieme tutti i nastri delle inaugurazioni fatte si riempirebbero due sale mostra, ha ricordato i suoi successi: 4 scuole, 2 biblioteche, 3 parcheggi, 3 piazze, il raddoppio delle piste ciclabili, 180 alloggi di edilizia pubblica, la ristrutturazione dello stadio, la riapertura del campo scuola e del motovelodromo, i cantieri post sisma, l’apertura dell’ospedale di Cona, la sistemazione dell’ex Mof, di casa Nicolini e di Porta Paola… “Da qui si parte”, afferma mr. Inpectore, e aggiunge: “Tornerà di moda la serietà, sfioriranno i ‘ciaone’ e le felpe”.
E ha poi ringraziato tutti, proprio come ogni buon padrone di casa, dal Sindaco ai colleghi di Giunta, ponendosi ex cattedra, quasi fossero le prove generali di uno spettacolo annunciato. Andrà davvero così? Con pazienza, anche la “sala rotonda” – che ha ospitato la conferenza stampa – attende di conoscere i suoi futuri frequentatori. E’ lì, infatti, che di norma si svolgono le riunioni di Giunta. La denominazione attuale deriva (per scarsa fantasia) dalla presenza di un grande tavolo di cristallo, tondo perlappunto. Appellarla “sala dei Savi”, com’era anticamente, oggi è forse apparso fuori luogo…
Comunque sia, una certezza l’abbiamo; anzi, due: la prima è che in quello stesso spazio, fra dodici mesi, altri saranno i volti dei protagonisti chiamati a rendere conto ai giornalisti – e per loro tramite alla città – di ciò che, nel bene e nel male, come governanti di Ferrara, saranno stati in grado di fare. La seconda è che di ‘savi’ (saggi), in grado di reggere le sorti della città, tutti avvertiamo un gran bisogno.

 

CARTOLINE DA FERRARA – sintesi per immagini a cura del Comune di Ferrara

Investimenti 2018 – 12 mesi in 12 foto

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Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada


PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)