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Cina… una parola che evoca l’idea di Oriente e mistero, a cui pensiamo con un misto di diffidenza e curiosità. Eppure gli abitanti di quel mondo – lontano sia geograficamente sia culturalmente – sono diventati una presenza sempre più diffusa. Lineamenti asiatici che incrociamo dietro molte vetrine di negozi, banchi del mercato e tavoli di ristorante. In città ogni giorno vediamo persone cinesi, ma di loro non sappiamo quasi nulla, difficilmente ci chiacchieriamo, a mala pena condividiamo parole che non siano buongiorno, buonasera, quanto costa.Italia-Cina
Una piccola insegna ora però si è accesa, come una torcia che può fare un po’ di luce su questa realtà. Non è l’insegna di un negozio e tanto meno quella di un ristorante. Sopra c’è scritto “Centro interculturale italo-cinese di Ferrara”. Un luogo che trovi online: nel sito che ha questo nome e sull’omonimo profilo facebook. Ma è anche una sede fisica, al numero civico 90 di via Goretti. Suoni il campanello e una voce maschile dall’accento nostrano ti invita a salire. In cima alle scale la voce ha un volto sorridente con gli occhi a mandorla sotto una frangia liscia di capelli corvini: è Cai Jin, 24 anni, presidente dell’associazione italo-ferrarese, nata nel 2012 come affiliata Arci.
Cai incarna la riuscita dell’incontro tra la Cina e l’Italia. A Ferrara arriva ancora bambino per ricongiungersi con la mamma e il papà emigrati da una zona rurale dello Zejiang. Qui Cai frequenta scuole elementari, medie e liceo; ora, è all’ultimo anno di Giurisprudenza all’università di Bologna con una specializzazione in diritto dei Paesi asiatici. Benché molto estroverso e curioso, Cai ricorda la difficoltà di trovarsi all’improvviso in un posto che non conosci, dove si parla una lingua incomprensibile e dove crollano tutti i tuoi punti di riferimento. Il suo carattere lo aiuta a superare gli ostacoli, una maestra appassionata come Annalisa Stabellini lo accoglie all’Alda Costa accompagnandolo nella conoscenza di lingua e cultura italiana, ma anche nella scoperta dei luoghi fisici e artistici che ci circondano. L’entusiasmo e la vitalità di Cai fanno il resto. Appena può, si tuffa nelle attività organizzate intorno a lui, fa il volontario per il Festivaletteratura di Mantova così come per la cooperativa Camelot di Ferrara che si occupa di mediazione culturale per gli stranieri nelle scuole e in ospedale. Studia, si confronta, gira. Abbastanza naturale quindi, per lui, pensare di creare un’associazione che sia un ponte tra la comunità cinese e quella ferrarese, punto di riferimento per partecipare e condividere. Le tre stanze del centro interculturale sono adibite a ufficio e redazione, aula scolastica dove si tengono lezioni di cinese e saletta con proiettore e seggiole per iniziative come la rassegna CinaForum, organizzata l’anno scorso. “I corsi di lingua – racconta Cai – sono iniziati all’interno del liceo Roiti, dove ho studiato e dove per primi ci hanno dato la possibilità di usare le aule”. Gli iscritti e l’interesse aumentano e così il Centro italo-cinese di Ferrara diventa anche un luogo fisico, aperto due pomeriggi alla settimana (mercoledì e venerdì) con Cai che ha anche la carica di presidente regionale di AssoCina per l’Emilia-Romagna.Italia-Cina
L’associazione unisce utile e dilettevole: fornisce servizi di traduzione, sbroglio di burocrazia varia e doposcuola, ma organizza anche gite nelle Chinatown italiane, proiezioni cinematografiche, conferenze, corsi di lingua, cucina, cultura, arte, tradizione orientale. “Il nostro obiettivo – dice – è quello di favorire l’incontro. Qui un cinese può trovare un connazionale che lo introduca a tematiche ferraresi, e un ferrarese può avvicinarsi a temi legati alla Cina”. Una cinquantina gli associati e un direttivo formato da cinque cinesi e quattro italiani. Jin Cai è il presidente. Wu Qifa, maestro di lingua e cultura cinese, è vice-presidente insieme con Yao Yi, studente di Ingegneria che viene dal Gansu. Lu Xian è una studentessa di Architettura cresciuta ad Hong Kong, che nel centro si occupa di rapporti con l’estero; la studentessa di Economia Jiang Yan viene dalla costa est ed è la responsabile degli Affari interni. Ferraresi sono il responsabile della comunicazione, Stefano Droghetti, che è un informatico; il segretario Vincenzo Spinelli, studente di giurisprudenza e poliglotta; responsabile per lo sviluppo Riccardo Pacchioni, esperto di consulenza strategica per le imprese che ha già fatto convenzioni con attività commerciali, come ristoranti e negozi, che riconoscono sconti e facilitazioni ai soci.Italia-Cina-puzzle
Tra pochi giorni una delle iniziative più importanti per tutta la comunità: il 31 gennaio si celebra il Capodanno del calendario lunare cinese. Una grande festa sarà organizzata in un ristorante della provincia con musica e piatti che Cai assicura essere davvero quelli tipici, diversi dai soliti menù. Un’altra occasione di incontro per tutti, con un desiderio che ogni ferrarese e cinese potrà affidare a una lanterna volante. Per sognare insieme l’anno che verrà.

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.


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