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Da: Fondazione Acaref Onlus

L’incontro tra due importanti O.N.L.U.S di Ferrara che ora condividono un progetto in comune: la costruzione di un Centro di Accoglienza per ragazzi diversamente abili

La Fondazione A.C.A.RE.F di Ferrara, che si occupa di raccogliere fondi per la ricerca sull’atassia e del sostegno a disabili e anziani e la cooperativa I frutti dell’albero, impegnata al sostegno di ragazzi diversamente abili attraverso attività psico-educative e ricreative hanno stretto un importante patto di collaborazione. Le due Onlus, fortemente impegnate in ambito sociale sul territorio ferrarese, hanno iniziato a lavorare insieme per perseguire un importante obiettivo: la costruzione a Ferrara di un centro di accoglienza diurno ragazzi diversamente abili, un luogo dove vivere in modo protetto la loro esistenza, potendo esprimere le loro abilità.

«In questi anni – spiega Giampietro Domenicali, presidente di A.C.A.RE.F – abbiamo cercato un progetto che si occupasse in modo concreto del “dopo di noi” nell’ambito della disabilità. Perché una delle principali preoccupazione delle famiglie con figli diversamente abili è il futuro dei ragazzi. Il grande obiettivo della costruzione di un centro di accoglienza, perseguito con tenacia da I frutti dell’albero ci è sembrato ambizioso, ma solido e realizzabile. Per questo l’abbiamo scelto, pensando che la frammentazione delle risorse non serve a nessuno quando gli obiettivi riguardano il benessere e la dignità delle persone.»

Anche Elena D’Adda, presidente della cooperativa I frutti dell’albero, commenta positivamente questa unione d’intenti e di obiettivi.

«La collaborazione con A.C.A.RE.F e l’unione degli sforzi – spiega la D’Adda – rende più vicina la realizzazione del progetto che vorremmo naturalmente si concretizzasse il prima possibile. Attualmente la nostra cooperativa lavora con un team di psicologi ed educatori professionali e a ragazzi diversamente abili Laboratori pomeridiani dove possono svolgere attività psico-educative e ricreative. Un ragazzo diverse abile – continua Elena D’Adda – deve essere parte integrante della comunità e la disabilità non può essere solo un ‘problema’ privato, da confinare magari alle mura domestiche, ma un vero e proprio bene collettivo che appartiene e scuote la coscienza di tutti. Il centro di accoglienza è una risposta ai bisogni dei ragazzi e dei loro genitori per migliorare la qualità della vita di tutti.»

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