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da: Ufficio stampa Gruppo Partito Democratico

Paolo Calvano (PD): ‘Dall’Emilia-Romagna inizia un percorso per dare risposte e soluzioni ai tanti che soffrono della sindrome fibromialgica’

In Emilia-Romagna si è costituito il gruppo di lavoro regionale composto da medici reumatologi e altri specialisti delle aziende sanitarie regionali e dall’associazione AMRER (Associazione Malati Reumatici Emilia-Romagna).

“L’obiettivo principale, in questa prima fase, è quello di raccogliere e analizzare i dati sull’incidenza della sindrome fibromialgica nel territorio regionale e partire dallo studio epidemiologico per valutare i percorsi di cura e assistenza più efficaci. – riporta il Consigliere regionale Paolo Calvano, da tempo impegnato sul tema – Nessun’altra Regione ha finora impostato un lavoro di questa portata: ciò consentirà all’Emilia-Romagna di riproporre gli elementi per individuare i criteri diagnostici della malattia anche al Ministero della Salute”.

La fibromialgia, o sindrome fibromialgica (SFM) è una malattia particolarmente complessa e subdola, comporta dolore muscolare cronico diffuso e astenia, associato a rigidità che rendono difficoltosi movimenti ordinari, oltre a una vasta gamma di disturbi funzionali. È inoltre una malattia cosiddetta orfana, ovvero per la quale non sono esistono farmaci specifici e viene diagnosticata soltanto dopo visite e analisi che sono vòlti ad escludere altre patologie.

“Sono soddisfatto di questo primo, attesissimo passo verso il riconoscimento della malattia. – sottolinea il Consigliere regionale PD – A dicembre scorso avevo presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per chiedere un interessamento fattivo sulla questione, sollecitando anche il coinvolgimento delle associazioni dei malati. L’attenzione dell’Assessore regionale Sergio Venturi, di AMRER e delle persone che mi hanno contattato per dare il proprio sostegno a questa causa, hanno contribuito a realizzare in tempi tutto sommato brevi i primi frutti”.

“Certamente – conclude Calvano – riunire insieme medici e associazioni di pazienti allo stesso tavolo è un passaggio dalla valenza significativa, per costruire un confronto che darà risultati importanti. Il percorso è iniziato e mi auguro che dall’Emilia-Romagna possa arrivare anche al resto d’Italia”.

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