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da: Paola Peruffo Consigliere Comunale di Forza Italia

La scelta imposta di bruciare ben 12mila tonnellate di rifiuti nel nostro inceneritore mi ha lasciata letteralmente basita.
Questa vicenda dipende in modo diretto dalla serietà e dalla programmazione delle diverse amministrazioni locali coinvolte. Personalmente trovo inaccettabile che, dopo che è stato firmato e presentato pubblicamente un documento (sottoscritto all’unanimità nda) in cui il Comune di Ferrara si impegna a non ricevere rifiuti da altri luoghi, ci si ritrova, per accordi presi sottobanco in altre sedi, che i cittadini ferraresi siano costretti a respirare l’inquinamento causato da comuni e regioni inadempienti ai loro doveri ambientali.
Questo perché a Ferrara rischia di piovere ulteriormente sul bagnato. E parliamo di pioggia acida. Mi spiego meglio: come evidenziato dai dati di Airtum (Associazione Italiana dei Registri dei Tumori) la percentuale di chi si ammala di tumori nel nostro comune è altissima, più che a Taranto (guarda caso in Puglia) dove ha sede la vituperata Ilva.

Riportiamo la ricerca che spiega come nel periodo 2006 – 2008 (quindi prima che scoppiasse lo scandalo dell’Ilva) a Taranto si registrava una media di 2864 nuovi casi di tumore all’anno. Il dato è generale e fa riferimento a tutte le ‘sedi’ diagnosticate “escluse cute non melanomi”. Quindi tutti gli organi. Il dato ferrarese è riferito al periodo 2004 – 2008 e fa gelare i polsi: 2980 nuovi casi. Cioè a Ferrara, dal 2004 al 2008, 1628 maschi e 1352 femmine all’anno si sono ammalati di tumore (mediamente), contro i 1578 maschi e le 1286 femmine tarantine.
Prendendo in considerazione i soli tumori ai polmoni e ai bronchi Ferrara supera ancora Taranto. Nel periodo di tempo più o meno simile, dal 2004/2006 al 2008, il totale dei tumori ai polmoni e ai bronchi (maschi e femmine insieme) a Taranto è di 317, a Ferrara di 353.
Ecco a fronte di questi dati possiamo dire che sede più sbagliata di Ferrara non poteva esserci. Sono anche stati trascurati tutti i negativissimi dati relativi alle polveri sottili che già ci vedono fanalini di coda nella terribile conca della Pianura Padana.

E in ultimo ci si sente pure ulteriormente beffati: quella che viene erroneamente chiamata solidarietà è, guarda caso, ricompensata con un assegno da 180mila e passa euro. Eppure ho sempre ritenuto che l’aria salubre (che da noi è solo un miraggio) sia tanto preziosa da non avere un prezzo.

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