da: ufficio stampa Coldiretti
Proroga a dicembre 2018 per concludere i lavori di ripristino nelle aziende agricole colpite dal sisma del 2012. Occorre però ridurre i tempi burocratici per la ricostruzione
Il quarto anniversario del terremoto che il 20 maggio 2012 colpì una delle zone a piùalta concentrazione di imprese in Italia arriva all’indomani della proroga fino al dicembre 2018 della conclusione dei lavori e la rendicontazione delle spese per le aziende agricole danneggiate. È una notizia positiva per una delle agricolture più produttive d’Italia dove il sisma ha provocato danni per mille milioni di euro, colpendo abitazioni, stalle, magazzini, attrezzature di circa 6.000 aziende agricole, con danni per circa 550 milioni di euro provocati alle strutture aziendali (fienili, stalle, magazzini).
La proroga per consentire alle aziende di concludere i lavori e presentare la rendicontazione – commenta Coldiretti Emilia Romagna – è una risposta positiva a quanto Coldiretti aveva chiesto nella manifestazione del 28 aprile al Paladozza di Bologna, alla quale avevano partecipato più di 7.000 coltivatori, davanti ai quali il presidente Bonaccini si era impegnato per una positiva risoluzione. Con la proroga – informa Coldiretti Emilia Romagna – c’è la possibilità di attivare tutte le misure necessarie per completare l’opera di ricostruzione di strutture aziendali che permetteranno di ritornare alla piena attività agricola in uno dei territori più produttivi dell’agricoltura emiliano romagnola.
In questi quattro anni – rileva Coldiretti Emilia Romagna – è stato indiscutibile l’impegno della Regione Emilia Romagna che sin dall’inizio ha fronteggiato efficacemente l’emergenza di sfollati e strutture pubbliche che occorreva rimettere subito in funzione, senza far mancare il sostegno alle aziende danneggiate. Tuttavia – rileva ancora Coldiretti – occorre ancora battere la burocrazia: infatti, sulla base dei dati della stessa Regione, risulta che al 30 aprile 2016 il 46 percento delle domande agricole riguardanti le concessioni edilizie devono ancora essere valutate. È necessario sanare al più presto queste situazioni che obbligano ancora troppe famiglie a vivere nei container perché troppi vincoli impediscono loro di rientrare nelle abitazioni.
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COLDIRETTI
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