da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna
Quattro anni dopo le scosse del 20 e 29 maggio 2012, 19 mila cittadini rientrati nelle proprie abitazioni, garantita la continuità operativa a 1.680 aziende e esenzioni fiscali per 1.770 micro-imprese nei centri storici con le Zone franche urbane. Dei 16mila nuclei assistiti nella prima emergenza, l’80% è tornato alla normalità. Il presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione, Bonaccini: “E ora puntiamo alla ricostruzione dei centri storici, seguiamo la giusta intuizione di Errani: le persone avrebbero dovuto tornare a lavorare, studiare, pregare, incontrarsi dove lo facevano prima delle scosse”
Bologna – L’Emilia accelera nella ricostruzione post sisma. Nell’ultimo anno, da aprile 2015 a aprile 2016, sono aumentati dell’84% i contributi già erogati per risistemare le abitazioni private, arrivati a poco meno di 1 miliardo di euro, e del 105% quelli destinati alle imprese, saliti a 504 milioni. Un ulteriore passo in avanti, in quattro anni di lavoro, per una ricostruzione certificata dai 19 mila cittadini già rientrati nelle loro case, da 8 nuclei su 10 tornati alla normalità e usciti da misure dirette di sostegno e dai cantieri per case (sono complessivamente 10.585 quelle ripristinate) e imprese (nessun posto di lavoro perso, continuità operativa garantita a 1.680 aziende) che procedono veloci. Oltre a un quadro normativo generale che si completa con importanti provvedimenti economici e amministrativi di Governo e Unione europea, dalle Zone franche urbane istituite grazie al Decreto enti locali 78/2015 (39,2 milioni di euro di esenzioni fiscali per 1.770 micro-imprese nei centri storici di 20 Comuni) alla proroga ottenuta dalla Ue fino a fine 2018 per la ricostruzione delle imprese agricole. Il tutto per un risultato oggettivo: il cratere, il perimetro dell’area ribaltata dalle scosse del 20 e 29 Maggio 2012, che si ritira, con 25 Comuni che hanno praticamente completato la ricostruzione o che sono in procinto di farlo.
Si riduce quindi il territorio nel quale concentrare gli sforzi, puntando ora alla ricostruzione dei centri storici, lungo una strada tracciata, che è quella del recupero di piazze e luoghi e non di certo quella delle new town, di nuovi centri urbani diffusi nel territorio.
È questa, in sintesi, la situazione della ricostruzione in Emilia a quattro anni dalle scosse del 20 e 29 maggio 2012, illustrata oggi dal presidente della Giunta regionale e Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, e dall’assessore alla Ricostruzione, Palma Costi. Terremoto che ha investito le province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia colpendo, nello specifico, 54 comuni e i 4 capoluoghi. A questi si aggiungono i 48 comuni limitrofi che hanno subito solo danni ad alcuni edifici.
«In questi numeri della ricostruzione c’è tutto lo sforzo e il lavoro dei cittadini, delle istituzioni, del mondo produttivo ed economico e delle realtà associative per rendere questa striscia di terra dell’Emilia, in cui si produceva il 2% del Pil nazionale, più bella, più sicura ed economicamente ancora più competitiva di prima», ha evidenziato il presidente Bonaccini. «Ora- ha aggiunto- ci concentreremo sul ricostruire i centri storici che rappresentano l’identità delle nostre comunità: è questa la sfida importante, anche simbolica, che ci resta da vincere. Fu giusta e meritoria la decisione di Vasco Errani, cui va il nostro grazie: le persone avrebbero dovuto tornare a lavorare, studiare, pregare, incontrarsi dove lo facevano prima delle terribili scosse di quattro anni fa. C’è ancora tanto da fare ma questa terra, statene certi, tornerà più forte, più bella e sicura di prima».
Ad oggi per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese sono stati concessi contributi per oltre 2,8 miliardi di euro, con le somme effettivamente liquidate arrivate appunto a 1,5 miliardi di euro.
Anche la ricostruzione pubblica procede, con le strutture e i beni architettonici presenti nei centri storici. Sono già disponibili fondi per 1,06 miliardi (rispetto al miliardo e 664 milioni di danni stimati). I progetti degli interventi presentati rappresentano l’84% di quelli attualmente inseriti nella programmazione del Commissario: di questi, circa la metà risultano in fase di gara d’appalto o di esecuzione. 60 dei 134 soggetti attuatori hanno avuto il 100% delle risorse necessarie per la ricostruzione dei beni pubblici.
Ad affiancare la ricostruzione pubblica sono intervenute anche le risorse legate a donazioni dei cittadini, di aziende e quelle realizzate con i proventi di importanti eventi. In totale, sono stati finanziati 76 progetti, per 33,5 milioni di euro, con oltre 32 milioni di euro derivanti da donazioni. A queste si sommano quelle ricevute e utilizzate direttamente dai Comuni.
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