da: ufficio comunicazione ed eventi Unife
Confermata anche quest’anno la presenza di Unife a MISEN – Salone Nazionale delle Sagre, giunto alla sua 13a edizione, in programma da sabato 23 a lunedì 25 aprile presso Ferrara Fiere (via della Fiera, 11).
Un forte contributo alla realizzazione dell’evento proviene da Vincenzo Brandolini, Responsabile del Laboratorio di Chimica degli Alimenti del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Ateneo, da dodici anni consulente scientifico dell’Associazione Turistica Sagre e Dintorni, grazie alla oramai consolidata collaborazione con Adriano Facchini, ideatore e promotore di MISEN..
Come di consueto, la manifestazione ospiterà in Area Incontri – pad. 5 una serie di convegni tecnico-scientifici, con la partecipazione di numerosi esperti, fra cui lo stesso Brandolini. In particolare, il 23 aprile alle ore 17 si parlerà di “Acqua da bere: le acque minerali in bottiglia”, il 24 aprile alle 10.30 sul tema “Promuovere l’ortofrutta e la salute” e il 25 aprile alle 10.30 , in collaborazione con l’Unione Nazionale Giornalisti Agroalimentari (UNAGA), su come “Comunicare il Cibo”.
Spiega Brandolini: “ Come Laboratorio di Chimica degli alimenti saremo presenti, con le ricerche svolte in ambito territoriale, presso lo stand del Consorzio Agrario di Ferrara, con cui collaboriamo attivamente in un progetto per lo studio della filiera dei frumenti teneri e duri, prodotti in aziende agricole locali. Sarà un’occasione per illustrare alcuni dei risultati ottenuti con i nostri lavori scientifici realizzati sull’aglio di Voghiera per l’ottenimento del marchio europeo D.O.P., sul riso del Delta I.G.P. e sull’ortica di Malalbergo. Quest’ultimo progetto, tra l’altro, oltre ad aver vinto il primo premio del bando di concorso LIONS per giovani ricercatori, è stato anche oggetto di un dottorato di ricerca internazionale congiunto con l’Università spagnola di Valencia”.
Conclude Brandolini: “Le Sagre possono quindi diventare uno straordinario strumento di informazione consapevole per i consumatori, sia per la conoscenza e la varietà degli alimenti tipici che offrono, sia per promuovere l’economia dei territori perché queste manifestazioni coinvolgono e movimentano migliaia di persone anche grazie al volontariato e, spesso, con un semplice passa parola”.
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