Servizio civile regionale, una dotazione di 600 mila euro per il bando 2016. Maggiori possibilità di partecipazione ai progetti
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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
Via libera in Commissione assembleare al Bando per il 2016. Gualmini: “Un sistema che valorizza e riproduce lo spirito civico, la solidarietà e la coesione sociale, un patrimonio che va difeso e alimentato”. Il provvedimento ora al vaglio della Giunta.
Bologna – 600 mila euro a disposizione di enti pubblici o privati, accreditati all’apposito albo, per presentare progetti di servizio civile regionale nel 2016.
Via libera, da parte della Commissione assembleare Politiche per la salute e Politiche sociali, al primo bando del Piano regionale di Programmazione triennale del Servizio Civile, valido per il triennio 2016-2018. Spetterà ora alla Giunta approvare il provvedimento che accoglie alcune delle importanti novità introdotte dal documento di programmazione.
Nel documento licenziato dalla Commissione si promuove l’impegno civico lungo tutto l’arco della vita, aumentano le risorse attraverso un’adeguata pianificazione regionale (1milione e 800mila euro in tre anni), si semplificano e si snelliscono le procedure.
“Con il nuovo bando -spiega la vicepresidente e assessore al Welfare e alle Politiche abitative della Regione Emilia-Romagna, Elisabetta Gualmini- si apre concretamente un nuovo corso per il servizio civile regionale. Con il piano triennale vengono implementati alcuni aspetti fondamentali, primo tra tutti l’allargamento della partecipazione a quelle categorie di giovani spesso escluse dai progetti”
La novità è che da quest’anno i progetti potranno articolarsi su tre anni, consentendo agli enti di pianificare il servizio civile a medio-lungo periodo, anche grazie allo stanziamento del Fondo regionale del servizio civile che garantirà la copertura di 600 mila euro all’anno, fino al 2018.
Il bando favorirà anche una maggiore partecipazione al servizio civile consentendo la partecipazione a giovani disabili, ragazzi che vivono in condizioni economiche e sociali critiche, che provengono da paesi stranieri, ai cosiddetti NEET (giovani cioè che non studiano e non lavorano) e a quelli residenti o domiciliati nelle aree periferiche o montane.
“Il servizio civile è uno degli ambiti sui quali abbiamo puntato maggiormente a partire dall’insediamento della Giunta, poiché rappresenta indiscutibilmente una opportunità di formazione per i giovani -aggiunge Elisabetta Gualmini- ma anche un sistema che valorizza e riproduce lo spirito civico, la solidarietà e la coesione sociale che caratterizzano tradizionalmente il nostro territorio. Un patrimonio che va difeso e alimentato.”
Nel 2015 sono stati presentati 59 progetti da parte di 50 enti e 190 giovani hanno svolto un’esperienza di solidarietà, servizio e aiuto nel campo della protezione civile e ambientale, della difesa del patrimonio artistico e culturale, dell’aiuto agli anziani e ai non autosufficienti, dell’accoglienza dei migranti e, più in generale, del vasto insieme di attività di pubblico interesse.
Da quest’anno, il numero potrebbe aumentare perché gli enti stessi potranno finanziare o cofinanziare posti di servizio civile regionale in cambio di un aumento di posti messi loro a disposizione dalla Regione, come sorta di premio, nell’anno successivo.
Nulla cambia invece riguardo all’età dei giovani partecipanti (dai 18 ai 29 anni)e all’assegno riconosciuto (rispettivamente di 219, 288 e 360 euro mensili) a fronte di un impegno che potrà variare in base al progetto scelto tra i 6 e gli 11 mesi annuali, per 15-20-25 ore settimanali.
Il sistema regionale del Servizio civile
Il sistema regionale del Servizio civile è composto dal Servizio civile nazionale e da quello regionale.
Il primo comprende le attività di Servizio civile all’estero, nell’ambito del quale la Regione svolge le competenze gestionali attribuite dalla legislazione nazionale, quali la tenuta dell’albo degli enti accreditati, la verifica e l’attuazione dei progetti.
Il secondo, quello regionale, definisce un programma parallelo a quello nazionale, organizzato esclusivamente all’interno dei confini regionali. Quest’ ultimo riguarda i giovani, italiani e stranieri, tra i 18 e i 29 anni, gli adulti e i minori che vogliono prestare servizio gratuitamente.
All’interno del sistema regionale del Servizio civile un ruolo fondamentale è svolto dai Coordinamenti provinciali degli enti di servizio civile (Co.Pr.E.S.C), istituiti dalla Legge regionale del Servizio civile, n.20 del 2003: si tratta di associazioni di natura mista, composte da soggetti pubblici e privati, interessate a promuovere il Servizio civile e orientare i giovani nelle loro scelte, senza sostituirsi agli enti che direttamente promuovono i progetti di volontariato, i quali rimangono titolari e responsabili della gestione.
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