Presentato oggi il progetto “Ferrara città della prevenzione”
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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife
Presentato oggi in conferenza stampa il progetto multidisciplinare di Unife dal titolo “Ferrara città della prevenzione”, in presenza del Magnifico Rettore Giorgio Zauli e di Roberto Ferrari, Direttore del Dipartimento di Scienze mediche e del Centro di Prevenzione Cardiovascolare.
Qui di seguito, la presentazione del progetto.
Perché Ferrara
E’ una città di 120.000 abitanti, con una secolare cultura universitaria, circondata da 9 km di mura medievali, dove la popolazione cammina, fa jogging e passa il tempo libero.
Ferrara è nota come città delle biciclette, il mezzo di locomozione preferito anche dalle persone anziane. Quindi “Ferrara si muove”, e già per questo è uno dei capisaldi per la prevenzione. Ferrara ha un’economia prevalentemente agricola, con importanti industrie agroalimentari. Di rilievo la produzione di frutta e verdura e l’industria alimentare (ittica) nel basso ferrarese, specializzata nella produzione di pesce azzurro ricco di omega 3. Ferrara è nota anche per “l’Addizione Erculea”, la prima progettazione urbanistica europea già nel 1492. Gli ampi spazi verdi, il parco urbano, l’area nel sottomura ne sono la naturale reminiscenza. L’indiscusso primato nelle energie alternative e nella progettazione di “sensori” per la purezza dell’aria, fanno di Ferrara la città ideale per la Prevenzione in termini di un vero esempio vivente di promozione e prevenzione della salute. Il ruolo di Unife in questo progetto è di promuovere, orientare e coordinare le forze già esistenti.
Ecco dunque che si fa prevenzione anche disegnando e costruendo in modo appropriato una città, un palazzo, un marciapiede, una lampadina, un treno, ecc. , così come monitorando la salute dell’ambiente, rivolgendosi ad energie alternative meno inquinanti.
In estrema sintesi prevenzione è cultura del benessere e della salute, intesa a 360 gradi. Spesso, il concetto di prevenzione è erroneamente contrapposto a quello di innovazione. Non vi è dubbio che il merito sia del progresso se la vita media è aumentata di ben 10 anni negli ultimi 30 anni ma il progresso ci ha condotti (costretti) a stili di vita non sempre appropriati.
La popolazione deve essere edotta dei benefici e dei rischi del progresso. L’Università, recentemente chiamata ad assolvere alla sua “terza” missione, è una delle strutture deputate a governare ed indirizzare questi rapidi cambiamenti culturali grazie al suo intrinseco ruolo universale e didattico e quale migliore occasione di farlo in ambito della Prevenzione per la Salute?
La prevenzione in medicina
Le varie pandemie nei secoli non si sono mai risolte con farmaci, ma grazie a miglioramenti dello stato sociale e degli stili di vita. La pandemia dei nostri giorni è rappresentata, in particolare, dalle malattie cardiovascolari, di cui già l’85% possono essere evitate con modifiche degli stili di vita ed interventi di prevenzione. Tuttavia, la società civile ed il mondo medico prestano poca attenzione alla prevenzione che rappresenta in Europa solo il 3% della spesa sanitaria ed in Italia ancora meno.
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nella popolazione femminile e maschile in Europa. Si stima che la mortalità per malattie cardiovascolari sia circa la metà della mortalità in totale in Europa e che causi 4,35 milioni di decessi ogni anno nei 52 Stati che compongono la Regione Europea secondo l’OMS e più di 1,9 milioni di decessi ogni anno nell’Unione Europea. Sono anche la causa principale di disabilità e di ridotta qualità di vita. Eppure tali malattie sono fondamentalmente prevenibili. L’OMS stima che una riduzione anche modesta, ma simultanea della pressione arteriosa, dei livelli di colesterolo nel sangue, dell’obesità e del fumo potrebbe ridurre di più del 50% la loro incidenza.
Sebbene il tasso di mortalità per malattie cardiovascolari nell’Unione Europea sia in diminuzione, vi è un numero crescente di uomini e donne che convivono con esse. Questo paradosso è correlato all’aumento dell’aspettativa di vita e alla migliorata sopravvivenza delle persone che ne vengono colpite.
Nonostante ciò, la morte cardiovascolare continua ad essere la maggiore causa di decesso nel mondo seguita da quella per malattie oncologiche. Quindi non bisogna abbassare la guardia, ma, si deve progredire ulteriormente per scoprire trattamenti innovativi.
La prevenzione, dunque, è il futuro e ciò che più conta è che oggi vi sono tutti i presupposti per lanciare delle vere e proprie campagne di prevenzione. Lo studio INTERHEART, condotto in 33 Paesi nel mondo, indica che se riuscissimo a cambiare gli stili di vita, potremmo prevenire il 90% delle malattie cardiovascolari ma se si fa smettere di fumare, si consiglia una giusta e funzionale alimentazione i benefici non sono solo per il cuore ma anche per i polmoni e per i tumori.
Le strategie preventive si basano sul cambiamento di particolari abitudini comportamentali e sulla correzione di condizioni che possono predisporre all’insorgenza delle malattie cardiovascolari.
Se non vi è dubbio quindi che prevenire è meglio che trattare, non vi è neanche dubbio però che prevenire è straordinariamente difficile. Prevenire, infatti, vuol dire avere coscienza che l’individuo, entro certi limiti, è il regista del proprio stato di salute. Prevenire vuol dire resistere, specialmente da bambini, a tutti i messaggi che la nostra società ci invia e propone e sfidare interessi economici enormi come quelli portati avanti dalle industrie alimentari, del tabacco e dei trasporti.
Il progetto cardiovascolare
“Ferrara città della Prevenzione” inizia col calcolare la carta del rischio cardiovascolare a tutto il personale dell’Università per poi estendersi ad altre patologie e settori. Oltre alla carta del rischio, si propongono azioni educative, programmi di ricerca e il coinvolgimento di varie istituzioni.
Quindi, nella fase iniziale, il progetto si prefigge di realizzare una serie di interventi modulari a livello di una popolazione selezionata, che verranno dettagliatamente illustrati.
L’idea ed il progetto nascono da una prima esperienza il cui core business è stato l’evento Il Percorso del Cuore. In occasione della prima mostra della Fondazione Hermitage dedicata al Garofalo, infatti, nel Castello fu allestito un Centro di Cardio Prevenzione (Ferrara arte/prevenzione) presso il quale i visitatori potevano calcolare individualmente la stima del loro rischio cardiovascolare sulla base della carta italiana del rischio, messa a punto dall’Istituto Superiore di Sanità .
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