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Aggirarsi per gli scaffali dei supermercati alla ricerca di qualche novità succulenta fa parte dello sport di molti di coloro che a casa si annoiano e hanno voglia di uscire e non pensare a nulla. Spesso di fronte a un pacchetto colorato che contiene non si sa quale altra nuova invenzione o diavoleria, si è attirati come un orso dal miele. Ammetto di non essere grande frequentatrice di questi luoghi, per me fare la spesa è sempre una sofferenza, soprattutto se si considera che sono in lotta continua con la bilancia, arma terribile. Però sono e resto molto curiosa. Come una simpatica e impertinente scimmia, direbbe mia madre. Mi piace vedere come le varie marche cerchino di attirare il consumatore sempre più sommerso da messaggi pubblicitari invadenti, mi fa sorridere vedere schiere di acquirenti attirati da confezioni che sembrano promettere sorprese mirabolanti. Le uova di Pasqua sono un bluff, in confronto. Esercizio sociologico o pseudo tale? Non direi, semplicemente mi piace l’essere umano e la sua varietà infinita. Ecco allora che scopro il designer russo Nikita Konkin, il ragazzo che cerca di lasciare trasparenze curiose, per un consumatore che vuole vedere cosa acquista. Un gioco con le forme della pasta, un semplice design bianco e poi una parte trasparente disegnata in base alla tipologia, che riproduce la sagoma di capelli ora liscissimi, per gli spaghettoni, ora ricci, per i cavatappi, ora ondulati, per le fettuccine. I pacchetti della pasta sono spesso anonimi e un po’ tristi. Eccoli invece cambiati. Diversi stili di pettinature degne di un abile ed elegante parrucchiere. Con la stravaganza e l’inventiva delle giovani generazioni che rincorrono il mercato, senza sosta. Divertente e invitante. Chi la comprerà?

Fotografie di Nikita Konkin, vedi

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it