Grazie alle giornate di Primavera del Fai, in questo fine settimana stiamo scoprendo o riscoprendo il patrimonio artistico, paesaggistico e culturale del nostro paese, un patrimonio spesso troppo trascurato. Come dimostra purtroppo il campanello d’allarme suonato, in questi stessi giorni, riguardo questo patrimonio: a Venezia sono stati puntati i riflettori sui sette siti più in pericolo in Europa.
L’allarme è stato lanciato grazie al programma “I sette più a rischio”, iniziato nel gennaio 2013, ideato da Europa Nostra con l’Istituto della Banca Europea per gli investimenti e finanziato con uno dei sottoprogrammi di Creative Europe (per maggiori info clicca [qui]).
Fondata nel 1963, Europa Nostra è la federazione paneuropea di organizzazioni a difesa del patrimonio, supportata da una vasta rete di enti pubblici, aziende private e singoli individui, copre 40 paesi in Europa ed è la voce della società civile impegnata nella salvaguardia e promozione del patrimonio culturale e naturale nel continente. Quale sentinella più autorevole dunque per ammonire le istituzioni e le comunità e non solo sulle sette meraviglie europee più in pericolo in questo 2016?
L’Italia non è affatto rimasta fuori dall’elenco; anzi uno dei suoi gioielli più preziosi è stato dichiarato “il sito più a rischio in Europa”: la Laguna di Venezia.
Candidata al programma “I sette più a rischio” da Italia Nostra Onlus, data l’importanza, la complessità e le dimensioni di questo bene culturale per l’Europa e per il mondo, per la sua salvaguardia sono necessarie una serie di misure a breve e lungo termine.
“Europa Nostra suona il campanello d’allarme per ricordare al mondo intero che Venezia non può sopravvivere senza la sua Laguna. Venezia nasce dalle acque. La laguna non solo rappresenta l’origine e il passato della città storica, ma è anche un organismo vivente in simbiosi con la città, ed è quindi indispensabile per assicurarle un futuro”, ha sottolineato il presidente di Europa Nostra, Plácido Domingo.
Per una volta però la ‘tirata d’orecchi’ non ha riguardato solo noi italiani, anche se ciò non può certo rappresentare una consolazione. A quanto pare la cattiva abitudine di trascurare i luoghi della propria storia e della propria memoria è trasversale all’intero continente europeo, senza distinzioni fra Nord e Sud.
Insieme alla Laguna veneziana, le “sette gemme”, scelte dall’associazione Europa Nostra perché in pericolo a causa della “mancanza di risorse o di adeguate competenze”, sono: il sito archeologico di Ererouyk e il villaggio di Anipemza in Armenia; la fortezza di Patarei Sea a Tallinn in Estonia; l’aeroporto Helsinki-Malmi in Finlandia; il ponte girevole Colbert a Dieppe in Francia, il quartiere Kampos a Chios in Grecia; il convento di Sant’Antonio da Padova in Estremadura in Spagna; infine l’antica città di Hasankeyf con i suoi dintorni in Turchia.
Plácido Domingo ha affermato: “questa lista porta attenzione a dei rari esempi del patrimonio culturale e naturale europeo che rischiano di essere perduti per sempre. Le comunità locali sono impegnate a tentare di salvare queste testimonianze della nostra storia comune, ma necessitano di molto sostegno. Da parte di Europa Nostra, raccomando agli stakeholders di interesse nazionali ed europei sia pubblici che privati, di unire le forze per garantire un futuro promettente a questi siti. Salvare il nostro patrimonio culturale porta incommensurabili benefici sociali ed economici non solo alle regioni e ai paesi coinvolti, ma all’Europa nella sua interezza”.
Per maggiori info: www.europanostra.org
L’appello di Placido Domingo per la Laguna di Venezia
Il video sui Sette più a rischio
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Federica Pezzoli
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