da: ufficio stampa Portavoce del Sindaco di Ferrara
” La preoccupazione sindacale emersa in una nota Cgil Cisl e Uil sulla Sanità ferrarese, di qualche giorno fa, non ha sollevato alcuna discussione fra gli addetti, pur in presenza di pagine di cronaca locale affollate di scontri bagatellari.
Il tema posto e’ invece di primaria evidenza.
Cosa e’ successo ? In un incontro con le rappresentanza sociali l’Assessorato Regionale alle politiche per la salute ha posto il tema di una ipotetica diversa ripartizione fra le province del fondo di riequilibrio al quale l’area ferrarese attinge oggi per un terzo.
Altri territori denunciano correttamente la fine del periodo di vacche grasse e chiedono, tra le altre, alle aziende ferraresi, ed in particolare all’ Azienda Ospedaliera Universitaria, maggiore rigore nella spesa.
Premesso che ogni margine di risparmio che non tocchi le prestazioni deve essere perseguito con decisione – ed in questa direzione vanno difese le azioni recenti delle due direzioni in tema di accorpamento dei servizi interaziendali e di risparmio sulle locazioni passive Inail del Pellegrino – dobbiamo tuttavia esser chiari fin da principio: compito della sanita’ regionale è quello di assicurare ai cittadini emiliano romagnoli prestazioni omogenee in ossequio a criteri universali ed equi per tutti.
Ma oggi vi e’ chi ha in cassa residui non spesi per svariate decine di milioni e chi arranca.
Il ricorso al fondo di riequilibrio ha ragioni lontane non tutte ascrivibili a scelte locali e nessuna a scelte delle attuali Direzioni .
Qualcuno dimentica che, diversamente da tutti gli altri ospedali di primo livello in Emilia Romagna, solo Cona e’ stato realizzato (per mancanza all’epoca di risorse regionali) da finanza di progetto che oggi si ripaga con i servizi no core.
Questo significa che essendo non riformabili gli impegni contrattuali tutti i risparmi dovrebbero essere sulle prestazioni, ma questo significa anche che gli ospedali realizzati a totale costo pubblico nei territori oggi “virtuosi” finirebbero per garantire a quei cittadini maggiori risorse di quelle assicurate ai ferraresi .
Un secondo profilo riguarda i criteri di riparto del fondo sanitario: se la quota capitaria pesata in base ai residenti, in parte corretta dalla variabile di anzianità, e’ per anni risultata forse equa (in periodi in cui le dinamiche demografiche erano omogenee fra i vari territori che crescevano o calavano sostanzialmente assieme), questo oggi non e’ piu’ vero. C’e’ una parte di regione la cui popolazione cresce basti pensare all’Emilia Nord oppure all’ acquisizione in blocco del territorio della Valmarecchia che dalla Regione Marche si è aggregata alla Regione Emilia Romagna nell’ambito della Provincia di Rimini, mentre nel ferrarese – specie nei territori orientali – e’ in sensibile calo.
Anche i neofiti a questo punto sono in grado di valutare come l’incidenza dei costi dei servizi generali in una popolazione che cresce vadano a pesare meno, mentre nei territori con popolazione in calo l’incidenza dei costi dei servizi generali,pur razionalizzati nel tempo, incida assai di piu’ e con risorse in calo ogni anno. A questo punto si impone una rivalutazione dei criteri altrimenti il meccanismo salta. Se non arriveranno indicazioni precise, in tempi rapidi, la nostra conferenza socio sanitaria dovra’ necessariamente porsi il tema se questi assetti in area vasta bolognese sia utile alla equita’ dei servizi, ovvero se non sia venuto il momento di aprire un confronto su altri orizzonti nel rispetto ovviamente dei processi di condivisione e di valutazione dei territori, ma con la chiarezza di dovere difendere l’obiettivo della parita’ di trattamento nei servizi sanitari per i cittadini prima di ogni altra cosa.
Un terzo ed ultimo tema potrebbe essere quello di un eventuale inserimento delle aziende ferraresi in procedura di rientro che la normativa statale impone alle aziende con disavanzi significativi.
La valutazione tecnica della normativa nei suoi criteri applicativi, a mio avviso, deve indurre a non considerare neppure questa eventualita’ ma se ci dovesse essere una qualche tentazione in questa direzione, che comporterebbe tagli aggiuntivi di almeno altri 3 milioni di euro alla nostra Azienda Ospedaliera Universitaria, Ferrara si aspetta dalla regione una azione decisa, inequivoca e tempestiva volta a scongiurare questo rischio.
Se ci saranno scenari come quelli sopra paventati, ricordando che tutti possono e debbono contare sulla collaborazione delle istituzioni locali, e’meglio si sappia che la politica esiste proprio per questo: per difendere la equità. “
Tiziano Tagliani, Sindaco di Ferrara
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