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In tanti ancora faticano anche solo a concepirlo: innaturale, rigido, non si può sfogliare, non se ne possono collezionare file intere sugli scaffali di una libreria. Questo si dice di lui. E poi, la ‘scusa’ più originale di tutte: non profuma di carta.
Ovviamente stiamo parlando dell’ebook, il libro elettronico (o digitale che dir si voglia), diffuso ormai da molti anni, ma che a differenza di tante altre innovazioni nei campi della cultura (musica e cinema) fatica ancora a trovare il suo vero e proprio consolidamento. Tutto comprensibile se pensiamo alla lunga storia di un settore come l’editoria, di sicuro tra quelli dalla tradizione più longeva a livello globale e difficili da modificare per storia e tradizione, ma da anni in profonda crisi. Eppure già in tanti leggono in digitale e tutti noi, in fondo, sappiamo che prima o poi qualcosa accadrà e sempre più persone trasferiranno le proprie letture sui nuovi dispositivi.

Per fare il punto su questa fase di transizione nel mondo e nel nostro territorio, si è svolta un’interessante conferenza in Biblioteca Ariostea inserita nella rassegna “Viaggio nella comunità dei saperi” a cura dell’Istituto Gramsci e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara. Titolo dell’evento “Le nuove frontiere dell’ebook”, relatore il responsabile delle attività culturali del servizio biblioteche e archivi del comune di Ferrara Fausto Natali, introdotto dal direttore della biblioteca Enrico Spinelli e da Daniela Cappagli del Gramsci. Un’occasione per conoscere più a fondo cosa sono e come si utilizzano i libri digitali, oltre che per discutere circa alcuni punti interrogativi ancora in sospeso: come sta cambiando il mondo del libro? Quali sono i pro e i contro? In quanti leggono digitale e attraverso quali dispositivi?

Natali, a quanto pare lettore digitale da parecchi anni, ha fatto una doverosa premessa: in Italia è ancora molto basso il numero annuale di lettori. Le statistiche più recenti indicano, infatti, che solo il 13% della popolazione legge almeno un libro al mese e ciò si ripercuote inevitabilmente sul mondo della cultura (di solito chi non legge è meno propenso a frequentare cinema, teatri, concerti) e sui lettori di domani (i figli sono più indotti a leggere se lo fanno anche i genitori).
Tuttavia le vendite di ebook in Italia non sono assolutamente in calo: sono 4 milioni e mezzo gli italiani che nel 2015 hanno letto almeno un libro elettronico, e se è vero che oltre il 90% di chi acquista libri online predilige il cartaceo, è vero pure che molti tra questi decidono di comprare anche in formato digitale.
Leggermente in calo, ma con numeri comunque molto alti, la situazione del libro digitale negli Stati Uniti: gli ebook rappresentano il 20% dell’intero mercato dell’editoria, con un’industria come Amazon (leader indiscusso del settore, nonché pioniere dell’editoria digitale e da qualche anno anche editore del Washington Post) in possesso del 65% di questa quota.

Se quindi, in linea di massima, il mercato degli ebook è stabile o in crescita, lo stesso si può dire dei lettori e-reader. Come spiegato anche da Natali, ciò non è casuale vista l’enorme diffusione dei tablet e soprattutto degli smartphone, che oggi sono più di sette miliardi in tutto il mondo. Una diffusione che non va assolutamente sottovalutata, dato che lo smartphone è il device oggi prediletto dalla maggior parte delle persone per fare qualsiasi cosa in ogni momento della giornata. A quanto pare, anche leggere libri. Non è forse un caso quindi il fatto che un colosso come Apple abbia deciso, a partire dal prossimo aggiornamento del proprio sistema operativo per dispositivi mobili, di integrare la ‘modalità notturna’ per non affaticare gli occhi durante la lettura al buio, sintomo di un’attenzione privilegiata ai tanti lettori che preferiscono lo schermo luminoso al più consigliabile (almeno per le letture scorrevoli e longeve) inchiostro elettronico degli e-reader.

Natali è poi entrato nei dettagli più tecnici, specificando quali dispositivi utilizzare a seconda delle esigenze, i formati da privilegiare per una più vasta fruizione, la gestione dei Drm e dei meccanismi di protezione dei diritti, la catalogazione delle librerie online e così via. Questioni scontate per i nativi digitali e per alcuni della generazione dei millenials, ma di difficile comprensione soprattutto per quella fascia di lettori più in età, la stessa che probabilmente pone la maggiore resistenza a questa innovazione. Tuttavia il profilo del lettore oggigiorno non sembra cambiare a seconda della tecnologia utilizzata per leggere: secondo Natali è davvero solo questione di abitudine, il prodotto finale ovviamente è sempre e solo il contenuto del libro in sé.
Interessanti anche i dati che riguardano i piccoli editori e le auto-pubblicazioni (tra quelli che hanno goduto maggiormente di questo cambiamento) e la pirateria, ancora poco diffusa in questo settore, ma una probabile bolla pronta a esplodere nel caso di un consolidamento.
In sintesi, è chiaro che il futuro degli ebook e degli e-reader è ancora estremamente imprevedibile: Natali ricorda come le previsioni che qualche anno fa volevano la completa transizione dal cartaceo al digitale nel 2017 non si siano in realtà avverate. Un errore da ricercare probabilmente nella mancata capacità degli operatori del settore nel trovare una formula davvero innovativa e soprattutto in grado di diffondere capillarmente la lettura digitale.

Nel frattempo Ferrara non è stata certo ad aspettare, si è rimboccata le maniche: il servizio bibliotecario offre il prestito di libri digitali, iniziative come “Pane e Internet” aiutano la diffusione di queste nuove tecnologie e tante altre idee sono in cantiere per favorire un futuro nel quale il magico mondo del libro sia in grado coniugare tradizione e innovazione.

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Andrea Vincenzi



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