Nella tarda serata di venerdì ci ha lasciato Umberto Eco, aveva 84 anni, il mondo della cultura italiana non sarà più lo stesso. Filosofo, scrittore e saggista, era uno degli intellettuali italiani più noti nel mondo. Era nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932 e si era laureato a Torino, ma è a Bologna che ha condotto la sua carriera accademica: docente di semiotica dal 1975, poi professore emerito, Eco era presidente dal 2000 della Scuola superiore di studi umanistici dell’Alma Mater.
Nel 2009, in un discorso alle matricole della facoltà di scienze della comunicazione aveva detto: “Frequentare bene l’università vuol dire avere vent’anni di vantaggio. È la stessa ragione per cui saper leggere allunga la vita. Chi non legge ha solo la sua vita, che, vi assicuro, è pochissimo. Invece noi quando moriremo ci ricorderemo di aver attraversato il Rubicone con Cesare, di aver combattuto a Waterloo con Napoleone, di aver viaggiato con Gulliver e incontrato nani e giganti. Un piccolo compenso per la mancanza di immortalità”. Guglielmo da Buskerville, il fedele Adso e gli altri personaggi delle sue opere, spiriti critici alla ricerca della conoscenza al di là delle credenze del loro presente, vanno senz’altro aggiunti a quest’elenco.
Fa freddo nello scriptorium, il pollice mi duole. Lascio questa scrittura, non so per chi, non so più intorno a che cosa: stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus. (Umberto Eco)
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Federica Pezzoli
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