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da: Movimento 5 Stelle Ferrara

La vincita della scuola Dante Alighieri di un concorso promosso a livello nazionale dalla McDonald’s
per guadagnare 8mila euro di premio in materiale didattico e dispositivi tecnologici, a fronte di
una raccolta punti in base al consumo dei propri prodotti, è un fatto grave, eticamente e
culturalmente riprovevole, condannabile per le numerose implicazioni negative che si ravvedono.
La McDonald’s fa i propri interessi approfittando della perenne penuria di risorse della scuola
pubblica (a proposito di “Buona scuola”!) per comprare famiglie, ragazzi, insegnanti e presidi. E lo
fa con l’avallo della Regione e del Governo che, si sa, ha inserito la multinazionale come sponsor
nell’EXPO per “nutrire il pianeta”. Ogni euro speso un punto, 3 punti per le consumazioni
all’interno di EXPO in cui è stata lanciata l’iniziativa.
Si tratta di una vera e propria istigazione a disvalori all’interno dell’istituzione pubblica scolastica,
preposta all’educazione e formazione culturale delle giovani generazioni ed esercitata, peraltro,
sulla fascia di età maggiormente condizionabile, quella della preadolescenza. Si va dalla
promozione del consumismo superfluo e non propriamente salutare, alla pubblicità di una catena
di ristorazione, alla diffusione del messaggio distorto che il consumo è un valore vincente; ma
ancor più grave è il vulnus nei confronti dell’alimentazione sana e corretta di cui tutti gli educatori
si riempiono la bocca da anni, che sta alla base delle scelte all’interno delle mense scolastiche, che
viene giustamente e di continuo promossa sui media come fonte primaria di salute e simbolo di
buona qualità di vita. La sana alimentazione è riconosciuta come la medicina preventiva più
efficace per migliorare la qualità di vita e risparmiare una montagna di denaro pubblico in spesa
sanitaria.
Promuovendo indirettamente il “cibo spazzatura” (definizione ormai radicata e diffusa per
definirne la scarsa salubrità) la scuola Dante Alighieri e tutte le altre scuole italiane che hanno
aderito, assieme ai genitori (troppi) che hanno lavorato per arrivare a questo risultato, hanno
abdicato al proprio ruolo di educatori e hanno sponsorizzato un preciso modello culturale basato
sul consumismo sfrenato e su un’alimentazione non proprio sana.
È sin troppo semplice pensare alle alternative che si potevano mettere in campo per aiutare la
scuola con la stessa cifra: se ogni famiglia avesse versato direttamente come contributo volontario
il costo di un paio di ‘Happy Meal’, si sarebbe arrivati allo stesso risultato senza regalare alla
multinazionale 50mila euro a fronte di una donazione di 8mila! E con quella cifra si sarebbe
potuto finanziare un bel progetto di educazione alimentare, al posto di materiale didattico e
tecnologico che dovrebbe essere già in dotazione alla stessa scuola pubblica, se veramente fosse
“Buona scuola”.
Chiediamo conto, infine, della posizione della nostra Amministrazione che, con la presenza
dell’assessore Fusari alla premiazione, ha, di fatto, promosso il modello alimentare McDonald’s,
pur spendendo ogni anno decine di migliaia di euro di soldi pubblici per il controllo della qualità
del cibo nelle mense delle scuole e per la promozione di una dieta sana ed equilibrata.

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