Identità migranti ad ArteFiera 2016, con la MLB Maria Livia Brunelli Gallery
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da: MLB home gallery
UN PROGETTO CURATORIALE SUL TEMA DELL’ACCOGLIENZA
Quest’anno la scelta curatoriale della MLB gallery per la sua partecipazione ad ArteFiera è caduta su un tema di grande attualità per il delicato momento storico in cui stiamo vivendo: quello della migrazione.Stefano Scheda riflette sulla condizione del migrante; Silvia Camporesi indaga i centri storici abitati da nuove comunità multietniche; Mustafa Sabbagh scava dentro l’animo di uomini e donne per scoprire le pieghe più intime di una “identità migrante”, mentre Liuba affronta il tema del viaggio dei rifugiati proponendoci una intensa performance in cui lo spettatore è invitato a mettersi nei panni di chi è costretto ad una convivenza coatta. Il giovane Federico Zanzi vede invece la storia personale come un continuo abbandono dei luoghi noti.
STEFANO SCHEDA
CHE TERRA TOCCHI?
Stefano Scheda ha fotografato un pesce rosso che nuota in una palla di vetro piena d’acqua, il cui orizzonte riprende esattamente quello del mare. Ma il mare è fuori, irraggiungibile, e il pesce rosso nuota affannosamente nella dimensione innaturale della sua piccola prigione. Una drammatica, potente metafora della violenza subita da chi è vittima di costrizioni, simbolo dell’ “emergenza” sociale che la nostra epoca sta vivendo. La presenza reale di oggetti (parei, infradito) all’interno dello stand, realizzati dall’artista a partire da suo fotografie, spiazza il visitatore creando un cortocircuito sia visivo che percettivo.
SILVIA CAMPORESI
LE CITTÀ DEL PENSIERO
Silvia Camporesi ritrae i centri storici delle città italiane, ricchi di edifici simbolo di una armonia e una bellezza tipicamente rinascimentale, che ora ospitano spesso una nuova umanità multietnica e globale. Congelati nella loro apparente perfezione, queste “città del pensiero” nascondono la loro “seconda vita”, tra silenzi e atmosfere rarefatte.
MUSTAFA SABBAGH
IDENTITA’ MIGRANTE
Nelle opere di Mustafa Sabbagh l’identità dell’uomo e della donna viene mascherata e svelata attraverso il corpo, fino a farla diventare altro rispetto alla sua apparenza originaria, ma un altro molto più vero e autentico. Opere ispirate da Rousseau, dai maestri fiamminghi e da Kubrick, scattate da un maestro per il quale la fotografia è “un atto erotico che non si consuma mai, in primis con il soggetto. Poi diventa un rapporto aperto con chi la guarda”. Mustafa Sabbagh usa la maschera per smascherare i volti di chi ritrae. I suoi personaggi, aiutati dal nero della notte, sono così accompagnati dall’artista alla ricerca della loro identità perduta, o da loro stessi occultata: spesso la scoperta dell’autenticità di ognuno è un percorso scomodo, tormentato, ma assolutamente necessario.
LIUBA
WITH NO TIME
Liuba propone ad ArteFiera una performance collettiva in cui le persone sono costrette a comprimersi su isole-tappeti, metafore del viaggio della speranza dei migranti. Qui i corpi si toccano e gli spazi collidono, mentre, per 12 lunghi minuti, si esplora il silenzio come accoglienza dell’altro. La performer e video-artista ha realizzato, a partire dal 2014, tre progetti performativi e partecipativi nati dalla frequentazione dei rifugiati in una tendopoli nel centro di Berlino.
FEDERICO ZANZI
LE OMBRE MIGRANTI
Federico Zanzi, è stato invitato a presentare la sua visione al premio “Under 40”. Opere dagli sfondi neri in cui emergono frammenti di corpi: la vita stessa, la storia personale di ciascuno, come migrazione a luoghi non noti, pieni di ombre, dove unica bussola è la coscienza.
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