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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

L’Emilia-Romagna traina la ripresa del Paese. Bene il manifatturiero; numerosi i dati di segno positivo nel sistema economico regionale. Nel 2016 la crescita si consoliderà con un aumento dell’1,5%. I commenti di Torreggiani (Unioncamere), dell’assessore Costi e del presidente Bonaccini

Un tasso di crescita dell’1,2% conferma l’Emilia-Romagna come una delle regioni protagoniste della ripresa economica del Paese: di un solo decimale inferiore alla Lombardia, ampiamente superiore di quanto stimato per l’Italia (+0,8%). I dati del Rapporto 2015 sull’economia dell’Emilia-Romagna, realizzato da Unioncamere e Regione, e presentato stamani a Bologna, ribadiscono le previsioni di Prometeia, che indicano dunque per il Pil un’accelerazione significativa, rispetto al lieve aumento (+0,3%) del 2014.
“Il nostro sistema economico regionale ha ricominciato a produrre dati di segno positivo. Numeri ancora piccoli – ha sottolineato, in apertura dei lavori, il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Maurizio Torreggiani – , che non consentono di parlare di ripresa, ma che segnano tuttavia una discontinuità. Siamo tornati a essere la locomotiva italiana insieme alla Lombardia, non lontani da altre regioni europee con cui ci confrontiamo, ma nel contesto di una crescita ridotta, che tale sarà anche nei prossimi anni e non supererà il due per cento. Dobbiamo attrezzarci ed essere pronti per affrontare un’economia lenta in termini di aumento del Pil, ma che va veloce per quanto riguarda i fattori che incidono sulla competitività delle imprese e dei territori. Questo significa che come sistema camerale, in un percorso di integrazione e collaborazione con la Regione, dobbiamo accompagnare le imprese in un mondo globale e senza confini e aiutarle a tessere relazioni sempre più stringenti per supportarle nelle loro ambizioni e dimensioni”.
“Stiamo attraversando un’epoca di metamorfosi, dove convivono elementi del ciclo passato con il futuro – ha commentato l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, intervenendo alla presentazione del Rapporto 2015 – . Quello che vogliamo fare è essere protagonisti del cambiamento, non subirlo. Per questo abbiamo valutato che fosse determinante un impegno collettivo, sancito con il Patto per il Lavoro”. Parlando dei dati del Rapporto, “ci confermano – ha sottolineato l’assessore – che abbiamo certamente superato i momenti più critici, ma non possiamo certo nasconderci che l’economia fatica ancora. Fatica l’intero comparto delle costruzioni. Faticano ancora le aziende, entrate in difficoltà con la crisi e che, dopo aver ricorso agli ammortizzatori sociali, non hanno potuto ricollocarsi in modo strategico”. Al tempo stesso l’Emilia-Romagna “è nelle condizioni di competere a livello globale. A livello europeo, siamo una delle regioni più avanzate per capacità d’innovazione. Le sfide che ci aspettano sono tante; dobbiamo sostenere tutti i punti di forza – ha concluso Costi – del nostro sistema produttivo”.
“Fiducia e speranza”. Queste le parole chiave con cui il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha concluso la mattina, sottolineando come “si torna a crescere anche se riparte la fiducia da parte dei cittadini; se l’Emilia-Romagna, insieme alla Lombardia, è la Regione che traina la ripresa del Paese, se la disoccupazione in questa regione scende al di sotto dell’8%. Tutto questo, allora, significa che qualcosa, finalmente, si sta muovendo. Che la direzione intrapresa, con il Patto per il Lavoro siglato da tutte le forze sociali, è quella di una curva di crescita. L’export vola, la manifattura segna risultati sorprendenti. Noi – ha aggiunto Bonaccini – dobbiamo sostenere la crescita, spendendo tutti i Fondi europei: su questo dobbiamo correre. Presenteremo quindi ulteriori bandi, prima della fine dell’anno. E poi, c’è tutta la parte di investimenti: quel mezzo miliardo a bilancio nel 2016, dedicato all’edilizia scolastica, all’edilizia ospedaliera, al sisma e alla rete viaria, senza tenere conto delle grandi infrastrutture, può dare ossigeno a imprese e lavoratori. C’è ancora moltissimo da fare – ha concluso il presidente – ma, ripeto, la direzione è quella giusta”.
L’Emilia-Romagna si è collocata tra le regioni più dinamiche, seconda alla sola Lombardia (+1,3%), e prima del Veneto (+1,0). Nelle rimanenti aree, i tassi di crescita reali del Pil sono apparsi inferiori all’1%, in un arco compreso tra il +0,9 di Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige e il +0,02 della Calabria.
Alla crescita reale del Pil, si dovrebbe associare un andamento ugualmente positivo per la domanda interna, di cui viene stimato un aumento dell’1,1% rispetto al 2014. A sostenere l’economia regionale è l’export che, pur in leggera frenata, dovrebbe chiudere con un aumento annuale del 4,1% (stima Prometeia). Numeri quindi con il segno più che, seppur ancora lontani dalla situazione pre-crisi del 2007, confermano come, anche se da irrobustire, la ripresa è avviata.
I numeri
L’Emilia-Romagna si contraddistingue per l’apertura ai mercati esteri: i dati Istat hanno registrato nei primi nove mesi di quest’anno una crescita delle esportazioni del 3,9% (+4,2% in Italia). La ripresa del Pil ha avuto esiti positivi sul mercato del lavoro, il cui andamento è stato caratterizzato da un leggero incremento dell’occupazione. Nei primi nove mesi del 2015 in Emilia-Romagna risultano occupate mediamente circa 1.913.000 persone (Istat), vale a dire lo 0,2% in più rispetto al 2014. Sotto l’aspetto del genere, sono state le donne a contribuire alla tenuta dell’occupazione (+0,5%), a fronte della sostanziale stabilità degli uomini (-0,04%). L’Emilia-Romagna ha registrato il secondo miglior tasso di occupazione del Paese, alle spalle del Trentino-Alto Adige. Con un tasso di disoccupazione del 7,8% si è collocata, relativamente ai primi nove mesi del 2015, tra le regioni italiane meno afflitte dal fenomeno. Per quanto concerne il tasso di attività, nel terzo trimestre 2015 è risultata la terza regione italiana (72,1%), in virtù del tasso di attività femminile, tra i più elevati del Paese (64,2%).
I dati congiunturali raccolti dal sistema camerale dell’Emilia-Romagna sui principali comparti produttivi evidenziano, sempre per i primi nove mesi dell’anno, un andamento moderatamente positivo, in particolare per le imprese manifatturiere che esportano.
La produzione dell’industria in senso stretto è mediamente cresciuta dell’1,4% rispetto allo stesso arco temporale del 2014; tiene il commercio, soprattutto grazie al contributo della grande distribuzione, registrato qualche segnale di risveglio anche dall’artigianato e dalle costruzioni, nello specifico le imprese più piccole. Bene il turismo, che chiuderà l’anno con una crescita degli arrivi e delle presenze, sia sul fronte della clientela italiana che straniera.
Per quanto riguarda la “demografia” delle imprese, a fine novembre, la “consistenza” di quelle attive (pari a quasi 412mila unità) è diminuita dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Analizzando i settori, risulta come il calo generale del numero delle imprese sia stato determinato dalle attività agricole (-2%) e industriali (di cui le costruzioni -2,2%), mentre il terziario ha mostrato una tenuta migliore.
Le previsioni
Per il 2016-2017 le previsioni di Prometeia descrivono per la regione un’economia avviata alla ripresa, che sarà più consistente, dopo quella assai contenuta del 2014, e più ampia rispetto al +1,2% del 2015: il Pil dovrebbe infatti crescere dell’1,5% nel 2016, per salire ulteriormente dell’1,7% nel 2017.
Determinanti per la crescita saranno i Fondi strutturali destinati dall’Ue all’Emilia-Romagna (Fesr, Fse e Feasr) che presentano una dotazione intorno ai 2,5 miliardi. A queste risorse si aggiungeranno quelle dei Programmi operativi nazionali (Pon) – ad esempio, Pon Metro, 40 milioni di euro per la Città metropolitana di Bologna – e delle ulteriori iniziative dirette della Commissione come Horizon, Creative Europe e Cosme.
Crescita digitale delle imprese: il Focus 2015
Il Focus dedicato del Rapporto 2015, preparato dalla Regione, è sulla crescita digitale, dove l’Emilia-Romagna è per mercato la terza in Italia dopo Lombardia e Lazio con un forte potenziale di crescita. Diversi i contributi presentati che mettono in evidenza la necessità di rafforzare un comparto ancora troppo frammentato, con le sue 9.200 imprese e 55.000 addetti, da cui emerge la richiesta di ulteriori risorse umane e la preferenza delle imprese stesse per misure automatiche di accompagnamento quali il credito di imposta, per sostenere gli investimenti necessari. Investimenti che l’Emilia-Romagna ha sostenuto finanziando nel 2015 oltre 1100 progetti, con valori medi superiori ai 60.000 mila euro destinati alla digitalizzazione di processi produttivi e commerciali con un’attenzione crescente delle imprese nel rapporto con il mercato finale.

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