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Fra i commenti sulla sconfitta di Cuperlo prevale un leit motiv: è finita la storia degli eredi del Pci. Sono d’accordo. Con una avvertenza: quando si farà questa ‘storia’, si vedrà che il post-Pci è stato diretto in un modo sciagurato… Se siamo arrivati all’esito di questi mesi (un partito che deriva da una delle più grandi forze della sinistra europea, oggi nelle mani di due leader che non c’entrano niente con quella storia: Renzi e Letta…) più che merito dei ‘vincitori’ è demerito di un’intera classe dirigente che ne ha combinate di tutti i colori. E’ stata un disastro sul piano etico, progettuale, politico… Ha selezionato un personale dirigente (nazionale e locale…) all’insegna del tatticismo deteriore, opportunismo, carrierismo. E’ stata complice nella costruzione della ‘casta’ con tutti i privilegi e benefit approvati in questi decenni insieme alla destra berlusconiana in Parlamento e nelle Regioni. E’ stata subalterna a tutto e a tutti. Non ha mai avuto uno scatto di innovazione e combattività. Alla fine è stata percepita come una zavorra inaccettabile: di qui la vittoria di Renzi come frutto di una vera e propria repulsione verso costoro…
E adesso? Adesso la prova dei fatti e degli atti politici riguarda chi ha vinto. Infine, mi auguro che finisca il tempo della battute ‘grottesche’ (ieri Renzi: “ci manca Mike Bongiorno…”); e che si presti attenzione al ‘simbolico’ (la delirante telefonata di complimenti del delinquente Berlusconi, con accompagnamento di applausi delle signore presenti: “bravooo!”).

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Fiorenzo Baratelli

È direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara. Passioni: filosofia, letteratura, storia e… la ‘bella politica’!


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