Il British Medical Journal pubblica importante ricerca di Unife sulla prevalenza delle malformazioni congenite del tubo neurale in Europa
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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife
Uno studio epidemiologico pubblicato il 24 novembre 2015 sul British Medical Journal (BMJ) dimostra come in Europa negli ultimi 20 anni la prevalenza di difetti congeniti del tubo neurale non è diminuita in modo sostanziale, nonostante le raccomandazioni, da molti anni in vigore, sull’assunzione di integratori di acido folico per le donne che stanno programmando una gravidanza.
I ricercatori sostengono che l’Europa non sia riuscita ad attuare una efficace politica per la prevenzione dei difetti del tubo neurale con acido folico. Ogni anno, circa 5.000 gravidanze in Europa sono affette da difetti del tubo neurale come la spina bifida e anencefalia (anomalie del cervello e della formazione del cranio), con gravi conseguenze per i neonati e le loro famiglie.
L’assunzione di integratori di acido folico prima e durante le primi fasi della gravidanza può ridurre notevolmente il rischio di queste malformazioni, ma l’evidenza suggerisce che solo una piccola minoranza di donne assume correttamente gli integratori, e non esistono ancora in Europa programmi per supplementazione obbligatoria degli alimenti.
Così un gruppo di studiosi europei (EUROCAT: rete europea di sorveglianza delle anomalie congenite) ha analizzato l’andamento dei difetti del tubo neurale in Europa nell’arco di circa 20 anni. Del network EUROCAT, fa parte anche il Registro IMER (registro Regionale per le malformazioni congenite dell’Emilia-Romagna del Centro di Ricerca di Epidemiologia Clinica della Scuola di Medicina di Unife e Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara) e i ricercatori Amanda Julie Neville, Elisa Calzolari e Gianni Astolfi .
Utilizzando i dati di 28 registri EUROCAT, che coprono circa 12,5 milioni di nascite in 19 paesi, sono stati analizzati tra il 1991 e il 2011oltre 11.000 casi di difetti non cromosomici del tubo neurale. I modelli matematici hanno dimostrato che la prevalenza totale dei difetti del tubo neurale nel 2011 è risultata molto simile a quella del 1991 (9 ogni 10.000 nascite). Il dato veniva confermato per entrambi i principali tipi di anomalia: l’anencefalia e la spina bifida. I modelli hanno evidenziato un incremento annuo del 4% nel periodo 1995-1999 e una diminuzione del 3% l’anno nel periodo 1999-2003, con tassi che si sono successivamente stabilizzati. Le tendenze temporali per la spina bifida e per l’anencefalia sono risultate simili, ma nessuna delle due anomalie è significativamente diminuita nel tempo.
Gli autori sottolineano che essendo uno studio di tipo osservazionale non è possibile definire con certezza un rapporto di causa effetto, e aggiungono che non possono escludere la possibilità che problemi di registrazione delle anomalie o altri fattori metodologici possano aver influenzato i risultati. Tuttavia i risultati dello studio suggeriscono che “le raccomandazioni per” e l’assunzione volontaria di acido folico, o entrambe, non sembrano essere stati efficaci nel ridurre l’insorgenza dei difetti del tubo neurale in Europa.”
Essi aggiungono che le politiche per la supplementazione obbligatoria con acido folico di alimenti di prima necessità dovrebbero essere considerate come un importante e più efficace mezzo per la prevenzione dei difetti del tubo neurale, valutandone in modo attento il rapporto rischio/beneficio.
Lo stesso concetto è stato ribadito in un editoriale di commento al lavoro, dai ricercatori americani del National Institutes of Health che hanno sottolineato come in molti paesi, tra cui gli Stati Uniti, la supplementazione obbligatoria sia stata dimostrata efficace, e che ad oggi non siano stati identificati effetti negativi importanti.
Per informazioni: Maria Grazia Campantico, cmpmgr@unife.it, cell. 3386195376
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