Sensoli: “La vicenda Carradori sia da campanello d’allarme per la Regione, basta spostare gli stessi dirigenti da una poltrona all’altra”
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da: ufficio stampa M5s Emilia-Romagna
Intervento di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, riguardo all’udienza che si è tenuta oggi a Bologna sulla vicenda Hesperia in cui è coinvolto Tiziano Carradori, direttore generale del Sant’Anna, che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato.
Oggi a Bologna si è tenuta l’udienza preliminare sul caso Hesperia, in cui Tiziano Carradori, direttore generale del Sant’Anna, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato che si terrà a metà marzo. Carradori è accusato dalla Procura di Bologna del reato di falso assieme all’ex assessore regionale alla sanità Carlo Lusenti. A lui e a un’altra funzionaria viene contestata anche la concussione. Noi del M5S siamo garantisti e speriamo che Carradori riesca a dimostrare di essere estraneo ai fatti che gli vengono contestati. Tuttavia, qualunque sia la conclusione della vicenda giudiziaria, non si può continuare a chiudere gli occhi su un aspetto che è da tempo evidente a tutti.
Basta, infatti, dare un semplice sguardo al curriculum di Carradori per rendersi conto che ha messo le radici nell’organizzazione sanitaria regionale: è stato dirigente di vertice nella sanità locale di Cesena, Bologna, Rimini, Ravenna e adesso Ferrara, oltre ad essere al vertice della dirigenza nell’Assessorato regionale alla Sanità. Incarichi che di certo non sono una colpa ma che di fatto stridono con il concetto di alternanza dei ruoli dirigenziali che la Regione dovrebbe perseguire. Se ci sono sempre le stesse persone nei ruoli di vertice, cambiando loro solo le città di destinazione, rischiamo che nell’assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure non si riduca il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed soggetti esterni che hanno interessi diversi. Con il conseguente consolidamento di situazioni di privilegio e l’eventuale aspettativa a risposte illegali improntate a collusione. Con questo non vogliamo affermare che Carradori abbia creato relazioni pericolose, ma semplicemente che la Regione non sta agendo in linea con i principi dell’anticorruzione.
La vera alternanza e una rotazione reale degli incarichi allontanano privilegi o consuetudini che possono finire per favorire coloro che sono capaci di intessere relazioni con i dirigenti da decenni attaccati alle poltrone del potere. Per questo è necessario che l’amministrazione regionale proceda ad una vera rotazione degli incarichi, ad applicare in modo rigido le incompatibilità, senza dare interpretazioni che possano essere elusive, e contestualmente creare procedure per dare ampia tutela per chi svela il malaffare, ai dipendenti che denunciano gli illeciti o le procedure di dubbia legalità di cui vengano a conoscenza nell’ambito del loro rapporto di lavoro. Basta con i soliti nomi, ci vogliono soggetti fuori dal sistema. Non è possibile che siano sempre gli stessi direttori generali che ruotano da una azienda sanitaria all’altra, transitando di tanto in tanto nella direzione generale dell’Assessorato. Occorre eliminare i radicamenti. È una questione di trasparenza, legalità e democrazia.
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