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da: organizzatori

Giuseppe Stoppiglia, “Vedo un ramo di mandorlo…”, Romano d’Ezzelino (Vi), Macondo edizioni, € 12

Schermata 2015-11-12 alle 12.59.29Don Giuseppe Stoppiglia sarà a Ferrara per presentare il suo ultimo libro (presso La Casona, Mizzana-FE, venerdì 13 novembre alle ore 17.00). Interverranno tra gli altri, Don Domenico Bedin presidente della Associazione viale K e Francesco Monini direttore del trimestrale Madrugada.
“Ho visto un ramo di mandorlo…”, Il nuovo libro di Giuseppe Stoppiglia – il quarto, che raccoglie i suoi articoli e le sue lettere – è ancora più bello dei precedenti. Nella prefazione Mario Tronti, grande intellettuale comunista ormai ottantenne, amico dell’autore anche se con una formazione ideologica lontanissima dalla sua – lo descrive come “un libro di incontri”. Che è poi, credo, lo specchio esatto della vita di Giuseppe Stoppiglia: all’insegna dell’incontro con gli uomini, le donne, i bambini, gli esclusi, i poveri. E per incontrare, sembra suggerirci l’autore, occorrono due pre-condizioni. Prima di tutto: mettersi in viaggio: scegliere il nomadismo, la curiosità, l’amore per i fratelli, specie per gli esclusi, gli ultimi. Quindi, per realizzare un vero incontro, occorre fermarsi, guardare negli occhi, e soprattutto ascoltare.
Ho scritto che questo ultimo libro è il libro più bello di Giuseppe. E provo a spiegare il perché. “Nel suo impetuoso incidere nel Mondo” questo montanaro dagli occhi cerulei ha compiuto un cerchio perfetto. In 78 anni non ha scartato nulla di quanto ha vissuto, percorso, guardato, ascoltato. Oggi la sua prosa ci restituisce una riflessione profonda sul mondo e sull’uomo del nuovo millennio. La sua critica al “sistema unico”, al capitalismo dell’indifferenza e dell’oppressione si è fatta sempre più spietata, puntuale, dolorosa. A salvarci, oltre alla nostra intelligenza, c’è appunto la cultura dell’incontro. E uno sguardo puro verso la natura madre e non matrigna. Uno sguardo alla nostra infanzia luminosa e ancora libera dal tradimento. Così, l’immagine di Giuseppe Stoppiglia che emerge da questo volume non è quella di un pur efficace “frate predicatore”, ma piuttosto – e sempre di più – quella di un contemplativo. Una contemplazione che è davvero il nostro carburante, e che ogni giorno si esercita nell’amore del mondo e di chi lo abita.

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