Documento dei sindaci della provincia di Ferrara dopo il fatto di cronaca successo a Renazzo
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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara
Documento sottoscritto dai sindaci della provincia di Ferrara dopo il fatto di cronaca successo a Renazzo
“Considerato lo stato di attenzione e di preoccupazione suscitato dai recenti fatti avvenuti nella nostra provincia, di violenza spregiudicata e inedita per le nostre Comunità, intendiamo sottoporre una breve riflessione alle autorità del Governo italiano e al Legislatore”.
Così scrivono i sindaci della provincia di Ferrara in un documento inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al prefetto di Ferrara, dopo il drammatico fatto di cronaca accaduto a Renazzo, nel Centese, nel corso del quale due donne sono state ridotte in gravissime condizioni nel corso di un furto nell’abitazione in cui risiedono.
“Come rappresentanti delle Istituzioni Locali – proseguono i primi cittadini – desideriamo innanzitutto far pervenire alle vittime e alle loro famiglie la nostra vicinanza e solidarietà in un momento terribile come quello che stanno vivendo”.
Nell’ambito delle garanzie costituzionali che ispirano il sistema penale nazionale, i sindaci dei Comuni ferraresi ritengono poi “opportuno, anzi necessario ed urgente – scrivono – che a livello di sistema Paese inizi un momento di riflessione, finalizzato ad una revisione del corpo delle norme per poter dare a chi è chiamato a proteggerci indossando la divisa qualche strumento più efficace e a noi tutti qualche elemento di certezza della pena in più”.
Il motivo di tale considerazione è scritto subito dopo: “L’impianto normativo italiano spesso ha sconfinato in un garantismo più burocratico che sostanziale che ha dato alle persone pochi strumenti per tutelare se stessi, proprietà e famiglia, ma soprattutto ha dato a chi serve lo Stato e ha il compito di garantire la nostra incolumità e sicurezza, strumenti poco efficaci e moderni”.
Lontano da “facili suggestioni spesso dal sapore demagogico”, gli amministratori del territorio sottolineano la necessità di “rafforzare la centralità dei professionisti della pubblica sicurezza ribadendo il monopolio dello Stato in materia di ordine e sicurezza pubblica”.
Frasi dettate dall’esperienza amministrativa dei primi cittadini: “Ogni giorno tocchiamo con mano la professionalità e la dedizione di Forze dell’ordine e Magistratura che debbono essere messi in grado di operare in un quadro di sostegno con regole certe e chiare a tutela dei Cittadini, degli operatori e delle nostre Comunità”.
Il documento termina con l’invito rivolto a Governo e Parlamento di farsi promotori di “una nuova politica in materia di repressione del crimine che possa tenere conto delle esigenze pratiche e immediate che nascono dalle Comunità in cui viviamo e in tutto il Paese, ad inasprire il trattamento sanzionatorio di quei reati contro il patrimonio che sfociano nella violenza spregiudicata e ad apportare tutti i correttivi in materia procedurale affinché alle previsioni sostanziali possa seguire un adeguato trattamento processuale”.
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