da: Davide Bertolasi
Il Consigliere Comunale del Pd Davide Bertolasi esprime le proprie riflessioni riguardo la questione armi e difesa personale
Da Stacchio in poi, passando per Buonanno e dai piu’ nostrani esponenti politici, è un tripudio di gente che sventola armi, chi a parole e chi realmente, utilizzando troppo spesso questo pericoloso oggetto come simbolo di virilità o repressa voglia di farsi notare: mai che abbia sentito affrontare il tema in modo serio.
Purtroppo (sì, ho detto purtroppo) la “via italiana” alla legittima difesa è quasi sempre legalmente sbilanciata (negativamente) nei confronti di chi si difende e questo, a mio modo di vedere, non aiuta di certo un dibattito sano in materia di armi. Assunta l’esistenza di norme che tendenzialmente andrebbero nella direzione di coloro che si difendono, è altresì vero che le interpretazioni che i magistrati ne danno, sono molto variegate e, come già detto, sempre estremamente restrittive. Di certo, a fronte di continue riduzioni di fondi per le forze dell’ordine e, in modo forse peggiore, di una perdita di autorevolezza ed autoritarietà anche a causa di un non sempre decoroso comportamento in questioni difficili, anche questo non aiuta un sano dibattito.
Viviamo (spero) ancora in uno stato di diritto, in un luogo in cui se il cittadino è costretto a difendersi (ed io rimarco con forza questo diritto) deve farlo solamente come ultimo gesto estremo, una volta scongiurati tutti gli altri, un modo per mettere forzatamente fine ad un’azione criminosa in cui c’e’ in ballo la propria incolumità o quella dei propri cari. Una decisione che NON deve e NON puo’ esser presa a cuor leggero sia da un punto di vista penale che, a mio avviso più importante, da un punto di vista della propria coscienza: perché checchè se ne dica ferire o togliere la vita ad un tuo prossimo è qualcosa di terribile.
Troppo spesso la politica italiana, ha considerato tabù un argomento scottante, non solo politicamente, come quello del rapporto tra cittadino ed armi (non solo da fuoco) inteso come regole chiare, omogenee e, ahimè, giuste su acquisto, detenzione, porto e trasporto.
Detto questo e’ offensivo e degradante, per la classe politica, parlare di armi come se si fosse al bar a parlare di calcio dopo un derby. Mescolare armi e dibattito politico è quanto di più sbagliato ci possa essere, un inganno per il cittadino, un’effimera e fasulla sensazione di sicurezza. Tirare fuori dalle bocche o dalle fondine le armi in diretta TV, fa passare il messaggio che viviamo nel vecchio west e chiunque puo’ sentirsi legittimato ad esere John Wayne.
Per chi, come me, è possessore di armi, sa quanto esse debbano essere trattate con rispetto: il rispetto che si deve ad un oggetto innocuo di per se, ma terribilmente dannoso se messo in mani sbagliate: sia che esse siano di offeso, offensore o politico che lo usa in modo strumentale.
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