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da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

Ancora in sofferenza artigiani e piccole imprese

Saldo ancora positivo, ma molto contenuto nel terzo trimestre 2015: meno di una dozzina di imprese in più nei tre mesi estivi, il valore più basso degli ultimi 13 anni, determinato soprattutto dalla diminuzione delle aperture, di poco superiori al minimo storico toccato nello stesso trimestre dello scorso anno, a fronte di un numero di chiusure in leggero aumento, ma ancora decisamente sui livelli medi del periodo. Nota positiva, il calo dei fallimenti nei primi nove mesi dell’anno.
Questi alcuni dei dati salienti sulla nati-mortalità delle imprese ferraresi fotografati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio.
Il saldo, dunque, fra le imprese nate e cessate tra luglio e settembre ammonta a +11 unità, frutto di 381 iscrizioni e 370 cessazioni. Rispetto al 30 settembre dello scorso anno, sono 148 le imprese registrate in meno. Il sistema delle imprese ferraresi raggiunge così una dimensione pari a 36.517 unità. Il tasso di crescita del periodo (+0,03%) è il risultato del più basso volume di iscrizioni rilevate nel terzo trimestre dell’anno dal 2003 e del contenuto volume delle chiusure.
Segnali confortanti sul fronte dei fallimenti. Nel III trimestre, le imprese che hanno portato i libri in tribunale sono state 10, che aggiunte a quelle rilevate nel primo semestre, portano ad un totale complessivo dal primo gennaio 2015 di 42. Rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente, si registra così un calo di dieci unità. Nello stesso periodo diminuiscono anche i concordati.
Persiste il segno meno sul fronte artigiano, dove, per il quarto anno consecutivo, nel III trimestre si rileva un saldo negativo tra aperture e chiusure, frutto soprattutto della riduzione di iscrizioni di nuove imprese (record negativo del periodo e 7 unità in meno rispetto a quelle, registrate nello stesso periodo del 2014). A fronte di questa caduta di vitalità, un livello di chiusure vicino a quanto registrato lo scorso anno (appena 10 in meno nel confronto) non ha permesso di risalire la china e ha mantenuto il saldo in territorio negativo (-38 unità). A incidere maggiormente sulla nuova flessione del comparto artigiano sono stati ancora una volta i bilanci negativi delle costruzioni (-12 imprese), delle attività manifatturiere (-16) e del settore trasporti e magazzinaggio (-6).
Il quadro generale:
L’immagine che si ricava dalla lettura della dinamica dei terzi trimestri dell’ultimo decennio, è quella di un sistema imprenditoriale che, in termini di vitalità anagrafica, fatica a rientrare verso i numeri degli anni ante-crisi. Se le cessazioni fanno segnare un risultato nella media degli ultimi dodici anni, le iscrizioni a stento riprendono quota e segnano il secondo risultato meno brillante della serie (le 381 iscritte di luglio-settembre rappresentano un risultato migliore solo a quello raggiunto nello stesso periodo del 2014). Ciò detto, il saldo realizzato nel terzo trimestre di quest’anno si colloca all’ultimo posto del periodo. L’analisi cumulativa dei primi nove mesi dell’anno, pur risentendo del trend positivo ridotto registrato nel terzo trimestre 2015, rileva un saldo negativo meno grave rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, grazie al recupero delle iscrizioni avvenuto nel corso dei mesi primaverili: tra gennaio e settembre il saldo tra aperture e cessazioni è stato di -19 unità contro le -52 del 2014.
Le dinamiche territoriali:
I risultati per Ferrara sono quindi in lieve peggioramento rispetto allo stesso trimestre dello scorso, ma soprattutto in controtendenza con quanto registrato a livello nazionale e regionale, ambiti dove migliorano leggermente i tassi di crescita rispetto al 2014, senza però raggiungere valori significativamente elevati. L’attuale 0,33% dell’Italia è ancora lontano dallo 0,49% registrato solo cinque anni fa.
Per quanto riguarda invece l’artigianato, il settore ferrarese ha praticamente confermato il trend dell’anno precedente, con una contrazione relativa più consistente rispetto ai valori di Emilia-Romagna e Italia, ambiti dove gli indicatori hanno però subito un lieve peggioramento.
Le dinamiche settoriali:
Pochi settori fanno registrare nel terzo trimestre del 2015 una variazione positiva dello stock di imprese; si tratta di comparti del terziario dove gli incrementi maggiori in termini assoluti si registrano per le Altre attività di servizi (+13), le Attività immobiliari (+12) e il Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+7). In termini relativi, le attività più dinamiche appaiono quelle di Fornitura di energia (+1,6% nel trimestre) e Sanità e assistenza sociale (+1,1%). I settori con un elevato numero di cessazioni come l’agricoltura, silvicoltura, pesca (-12 unità), le Attività artistiche, sportive, di intrattenimento (-21), le Attività professionali, scientifiche e tecniche (-16) e le costruzioni (-7), ma soprattutto il trasporto e magazzinaggio (-98) hanno visto in questo trimestre ridursi la propria consistenza rispetto al trimestre precedente.
Con riferimento all’universo delle sole imprese artigiane, tutto il saldo negativo è spiegato dalle contrazioni di soli tre settori: Costruzioni (-12 unità in tre mesi), Attività manifatturiere (-16) e Trasporti e magazzinaggio (-6). Fanno invece segnare una crescita il Noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+3 imprese in più) e il settore delle Altre attività di servizi.
Le forme giuridiche:
Come succede con regolare continuità da molti anni, le Società di capitale hanno fatto registrare il più alto tasso di crescita (0,69%). Questa dinamica, sostenuta e continua, è originata dal fatto che la vita media delle Società è più elevata e, soprattutto per questo, alla forte natalità si accompagna, mediamente, una più bassa mortalità. In particolare nel terzo trimestre del 2015 sono nate 68 Società di capitale (pari al 18% di tutte le nuove iscrizioni), mentre ne sono cessate solo 27 (pari al 7,3% di tutte le cessazioni). I due diversi andamenti, tra nascita e morte, spiega il preponderante contributo delle Società di capitale al saldo del trimestre da poco concluso, condizionato soprattutto dalla progressiva perdita di tenuta delle Imprese Individuali. Nel terzo trimestre del 2015 hanno infatti rappresentato l’80% al numero di cessazioni, contribuendo per il 70% alle iscrizioni complessive e registrando così un tasso di crescita pari al -0,13%, indicatore che nel corrispondente trimestre del 2014 era stato invece positivo.
I fallimenti:
Nel terzo trimestre del 2015 i segnali positivi rilevati nei primi sei mesi del 2015 non sono stati confermati: tra luglio e settembre si contano infatti 11 nuove aperture di procedure fallimentari, 7 in più rispetto all’analogo trimestre del 2014, ma il valore complessivo dall’inizio dell’anno (indicatore che meglio rappresenta il reale andamento del fenomeno) registra comunque un calo del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, infatti dalle 52 aperture avvenute nel 2014 si passa ad un più contenuto numero di 42. Minore anche il ricorso ai concordati preventivi (-50%), crollati dopo le modifiche legislative che hanno introdotto la possibilità per i tribunali di monitorare la condotta di chi apre un concordato con riserva. Tutti i settori nei primi tre trimestri dell’anno registrano cali, più sostenuti tra le attività ricettive che rispetto al 2014 presentano un calo del -40%, mentre il maggior numero di nuovi fallimenti si rilevano tra le attività manifatturiere (11), il commercio (9) e le costruzioni (7).

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