LA SEGNALAZIONE
Spariti questore, procuratore e prefetto: il giallo del rapimento
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“Non so cosa pensare”
“Allora non pensare a niente”
Nella pacifica e tranquilla Ferrara, che riposa sotto la patina dell’apparenza, in tre giorni vengono rapiti il questore Pallino, il procuratore della Repubblica Sciacca e il prefetto Santinumi. Nessuna rivendicazione e nessuna richiesta di riscatto per questo crimine che, apparentemente senza motivo, ‘decapita’ le istituzioni locali. Il lettore però ha un piccolo vantaggio rispetto a chi conduce le indagini: ha accesso al covo del rapitore, assiste ai dialoghi con i suoi “ospiti” e soprattutto all’esame interiore che i tre fanno nel buio della propria prigionia.
Sono questi gli ingredienti di “Nessuno saprà” (Ciesse Edizioni 2015), la quarta fatica letteraria del ferrarese Alessandro Chiarelli che, come responsabile all’Ufficio minori della Questura di Ferrara, di indagini se ne intende. Chiarelli è così tornato al romanzo dopo il saggio sul caso Alrovandi: “non è un thriller classico”, ha spiegato sabato sera durante la presentazione alla libreria Feltrinelli di via Garibaldi, ma “una scusa per esplorare la psicologia delle cariche istituzionali che i tre personaggi rivestono”. Nello stesso tempo però l’autore esplora anche tutto il contesto, il caos che si crea intorno al caso del gotha istituzionale ferrarese ridotto in catene: “ho voluto descrivere una situazione aderente alla realtà, anche quella più cruda e più sporca”, “un sottobosco poco virtuoso”.
Gli alti ranghi si agitano, gli uffici confabulano e le persone mormorano. C’è timidezza, mancanza di metodo, nessuno sembra dirigere le indagini, sembra dominare una sorta di sterile rivalità che fa svanire nel nulla iniziative senza nessun responsabile, come se ci fosse il timore di aprire armadi lasciando fuoriuscire qualche scheletro. Nel frattempo la prigionia costringe i tre ostaggi “a fare i conti con se stessi e con i propri fantasmi” e si scopre che non sono solo i loro nomi a essere grotteschi. Pallino, Sciacca e Santinumi, “nomi non seri per personaggi inadeguati”, senza la formazione e lo spessore culturale e morale per il proprio ruolo istituzionale, specchio del male dell’Italia di oggi: “non avere cittadini adulti”, ha affermato Chiarelli. In tutto questo il personaggio con “la maggiore complessità psicologica” è colui che manterrà “malgrado tutto la propria integrità, in un mondo in cui questa integrità non è da dare per scontata”: il capo della mobile Lancillotto, un altro nome non scelto a caso.
“Nessuno saprà” però è anche una storia d’amore in cui due persone si ritrovano dopo vent’anni. Uno dei due è l’uomo forte e irreprensibile arrivato da Ancona per risolvere il caso: il magistrato Adige Pedron, detto il Monaco. Il suo in realtà è “un ritorno”, rivela Chiarelli, Ferrara è la sua città e questo evento traumatico lo costringerà a fare i conti con qualcosa, un conto in sospeso con una donna perduta del suo passato.
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Federica Pezzoli
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