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“Il canto non è unicamente un modo per esprimersi, ma un modo per far scendere il cielo sulla terra”.

La musica è forse l’unica forma artistica la cui capacità associativa sia inesausta e inesauribile. E proprio la musica è l’unica arte che, nella sua più elementare forma di canto melodico e popolare, probabilmente ha accompagnato l’uomo sin dagli albori della civiltà, e forse lo accompagnerà per sempre.

Jolanda Elena Stella Bassani è figlia e nipote d’arte e nasce a Mantova nel 1970. Il nonno materno Cesare Galli fu polistrumentista e direttore d’orchestra, nonché fondatore della Fisorchestra di Verona, e la mamma era un’insegnante di musica. Il padre Italo Bassani, scampato al genocidio della Shoah, nel dopoguerra diventò presidente della Comunità Ebraica di Mantova, incarico che ha ricoperto dal 1973 al 1985 e che in seguito ha dovuto abbandonare causa gravissimi motivi di salute. Italo Bassani ha inoltre scritto e pubblicato due romanzi autobiografici, uno dei quali, il più significativo, è “Storia di un ragazzo ebreo”.
Stella Bassani ha iniziato fin da bambina a viaggiare con il nonno musicista in Italia, Svizzera, Francia e altri paesi, imparando il significato del palco, del musicista e del pubblico. Si scoprirà nel tempo che Stella ha un’inclinazione naturale verso le note lunghe e una voce da soprano, che non coltiverà causa troppa rigidità del metodo. Attraverso le feste tradizionali della Comunità ha conosciuto la musica tradizionale ebraica, antica e religiosa, ma soprattutto laica e vivace, tipica della terra mediorientale. Dopo la scomparsa del nonno e del padre, Stella ha deciso di intraprendere un viaggio spirituale e materiale di conoscenza verso il suo popolo: Israele, l’Olocausto, il dolore ancestrale e la rabbia per ogni tipo di genocidio e discriminazione, l’hanno portata verso la sua lingua (l’ebraico) e la canzone popolare. Proprio in questi anni ha incontrato Luca Bonaffini (cantautore e chitarrista che aveva già collaborato con il nonno Cesare) che, ispirato dalla lettura appassionata del libro di Italo Bassani, scrive per lei una canzone intitolata “I Giardini di Israel”, che riscuoterà un grande successo nazionale e internazionale.
Fra i due nasce così un sodalizio musicale talmente forte che li condurrà anche al matrimonio.
Le maggiori associazioni e riviste ebraiche accoglieranno il loro progetto, l’album “I Giardini di Israel”, come importante e coraggioso, in un momento estremamente complicato dal punto di vista internazionale. L’album, che ha come filo conduttore il tema della pace, contiene solo due inediti in lingua italiana (scritte dallo stesso Bonaffini), mentre gli altri brani sono tutti tradizionali o contemporanei della musica israeliana. L’album viene presentato nelle maggiori città italiane: Milano, Roma, Siena, Brescia, Mantova e Parma.
Stella Bassani, inoltre, nel 2012 riceve una targa a Roma per l’impegno sociale, al Campidoglio, in occasione dell’evento ambientalista “Un bosco per Kjoto”, ed è stata invitata a numerose manifestazioni per la Giornata della Memoria.

Il repertorio di Stella è però ben più ampio: è stata invitata nelle maggiori feste tradizionali e ricorrenze, come ad esempio a Verona alla Giornata Europea della Cultura Ebraica 2013 e al festival della Canzone Ebraica a Milano nel 2014.
Il 9 novembre 2014 è uscita la ristampa di “I Giardini di Israel” con un nuovo titolo, “Tra pace e memoria”, dedicato al 25° anniversario della caduta del muro di Berlino.
Nel 2015 ha partecipato al Festival Ascoli Holy Music.
Il 27 novembre Stella prossimo sarà ospite della Convention “La settima nota” a Milano (primo raduno internazionale degli artisti di C7), per presentare in anteprima assoluta un nuovo progetto di inediti in ebraico.

Quando le ho chiesto “Hai dei rapporti con Ferrara?”, mi ha risposto “Ho delle amicizie”. Inoltre non potevo non chiederle: “Con Giorgio Bassani vi sono legami di parentela?”. A quanto pare si perdono nell’albero genealogico:” Mia madre mi disse che era un lontano cugino di mio padre.”

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Laura Rossi

Curatrice e insegnante d’arte. Ha recensito vari libri e ha collaborato con alcuni mensili curandone la pagina dell’arte come “la cultura e l’arte del Nord-est” e la pagina dell’arte di Sport-Comumi. Ha curato la Galleria Farini di Bologna e tutt’ora dirige e cura a Ferrara la Collezione dello scultore Mario Piva. Ha ricoperto per circa dieci anni la carica di presidente della Nuova Officina Ferrarese, con decine di pittori e scultori fino agli inizi degli anni duemila. Sue critiche d’arte sono pubblicate sul “Dizionario enciclopedico internazionale d’arte contemporanea” 1999/2000

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