da: organizzatori
Con Tommaso Maggiore (Università degli Studi di Milano, Ordine dei dottori agronomi e forestali) e Giuliano Oldani (UNCAI) per un’alleanza tra agromeccanici, agronomi nel nome dell’agricoltura del futuro
Giuliano Oldani, presidente dei Contoterzisti Uncai di Milano, Lodi, Como e Varese, sarà tra i relatori del convegno “Contoterzismo e applicazione dei droni in agricoltura” che si svolgerà venerdì 25 settembre dalle 14 alle 18 presso l’Atahotel Expo Fiera a Milano Pero. Oltre a fare il punto sulle applicazioni dei droni nell’agricoltura di precisione, il convegno approfondirà il ruolo dalle imprese agromeccaniche, responsabili dell’introduzione di innovazioni nei procedimenti colturali e nei macchinari impiegati che si trasformano sempre più da macchine pesanti a macchine pensanti.
Tra i temi affrontati, la concimazione e i trattamenti differenziali resi possibili dai droni; la possibilità di distinguere e valutare il mais da indirizzare al digestore anaerobico o alla zootecnia come trinciato. L’importanza che ricoprono in viticultura, frutticoltura e risicoltura, ma anche nella lotta alla piralide del mais. Si discuterà, inoltre, dei vantaggi portati dai droni nel lavoro dei forestali, che possono stimare il valore di macchiatico (la quantità di legno in un bosco) dall’alto, senza martellare le singole piante. Infine, i droni rappresentano un nuovo modo per affrontare il dissesto idrogeologico, potendo sorvolare da vicino e valutare le aree a rischio, spesso impervie, come si trattasse della facciata di una cattedrale medievale.
“Il drone non è più uno strumento per ricchi, incomincia a costar poco – spiega il Tommaso Maggiore dell’Università degli Studi di Milano -. Ciò che conta è che il terzista lo introduca tra i servizi in grado di fare la differenza sul piano della qualità, sempre in collaborazione con un agronomo. Contoterzisti e agronomi costituiscono, infatti, un’accoppiata inscindibile per poter introdurre l’agricoltura di precisione e prospettare alle aziende agricole un futuro sostenibile”.
“Il rapporto che lega dottori agronomi, agricoltori e agromeccanici è delicato perché solo sulla loro alleanza si potrà costruire l’agricoltura del futuro – spiega il presidente di Uncai Aproniano Tassinari -. Le dimensioni medie dell’azienda italiana non permettono all’agricoltore di essere autonomo, di acquistare tutte le macchine e assumere tutte le persone di cui avrebbe bisogno, senza compromettere la sua impresa. Qui entrano in gioco gli agromeccanici, gli unici a poter fare un’economia di scala, e i dottori agronomi, professionisti esperti nelle tecnologie agronomiche più sofisticate e moderne”.
Quando l’alleanza manca, può presentarsi un problema politico: “Nel caso dei PSR – spiega Giuliano Oldani – gli amministratori locali sbagliano a premiare gli agricoltori in termini di aiuti per l’acquisto di macchinari. I soldi devono andare all’agricoltura, sia chiaro, ma il PSR dovrebbe premiare gli agricoltori che decidono di seguire protocolli agronomici virtuosi, come per esempio l’iniezione del refluo, che potrà poi esternalizzare. Incoraggiare invece l’acquisto di macchinari costosi non solo è sbagliato perché l’esperienza insegna che spesso l’agricoltore fa un uso sbagliato, credendo di ottimizzarne l’utilizzo. Incoraggiarli all’acquisto significa soprattutto mettere una croce sulle sue spalle che avrà sempre grossi difficoltà nell’ammortizzare l’acquisito”.
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