Sembra esistano quattro modi con i quali identifichiamo la chiarezza di un messaggio.
1. La comprensione: è di facile accessibilità? L’informazione è ben strutturata con un’evidente gerarchia nella quale identifichiamo facilmente un punto di partenza ed il messaggio chiave.
2. La leggibilità: è facile da leggere? Le parole e la loro grafica sono organizzate bilanciando contrasto, combinazione dei colori e font del testo.
3. L’efficacia: è facile da capire? L’accessibilità del testo, le esigenze particolari dei lettori, l’altezza della cartellonistica sono informative del messaggio.
4. La precisione: è facile da interpretare? L’informazione è descrittiva, diretta, semplice e difficile da confondere.
Queste foto sono state scattate al cimitero di Porotto. Sulla porta della rivendita di fiori del cimitero c’è un cartello in cui vengono indicati gli orari di apertura. Il cartello di plastica sottile tende alla forma floreale. Ricorda molto di più una palla di gomma plastica e molle spiaccicata sul marciapiede (una gomma da masticare rosa sciolta dal sole? un blob barbaparentale?) o una pasta sfoglia mal tirata. Il font è il “mano libera”, con distanza fra i caratteri “un-tant-al-metar”. La scelta dei colori è influenzata dalla pittura analitica italiana degli anni ’70: scritta nera su sfondo rosa scuro. Restando di fronte all’opera i nostri sensi con il tempo colgono la forma ed il colore, percependo il non-visto ed il non-sentito. Si sposta l’analisi verso il supporto fisico della pittura e del design, uscendo fuori dalle convenzioni del quadro. Il cartello è fissato con puntine su una porta di legno scrostata. La scelta dei materiali ed il loro contrasto naturale-artificiale enfatizza l’assorbimento del tempo nelle cose. Il legno cambia forma e colore ogni giorno, rispondendo agli agenti atmosferici ed alla naturale deperibilità. La plastica è inalterabile, austera, sicura, inviolabile dal tempo. Di fronte a questa porta c’è l’intento di indietreggiare verso un livello di esperienza primordiale, vitalistico, affrontandolo con i nuovi mezzi resi possibili dallo sviluppo tecnologico. In questo clima freddo, diminuiscono gli aspetti visivi-pittoreschi ed aumentano quelli che interessano il tatto e la sfera concettuale. Nonostante il messaggio sia chiaro (la rivendita è aperta tutti i giorni dalle 8:15 alle 12:30), si è scelto di suddividere la settimana in due parti asimmetriche, irregolari, in modo da alterare la percezione del lettore, affrancandolo ad una più attenta lettura del messaggio. Riducendo così la sicurezza della comprensione immediata, ed obbligando il lettore ad un’introspezione cognitiva. Il messaggio tratta del tempo e ci concede tempo, ci obbliga a darci del tempo. L’unica sicurezza, ingiudicabile, indiscutibile, eterna, senza-tempo, viene distillata in dialetto: “all’luni l’è sarà”. Solo i suoni del dialetto possono porre in contrasto presente e futuro (“è” e “sarà”) con la chiusura del negozio (“sarà”): sarà chiuso?
Giorgio Griffa ha scritto: “Il tempo interno del ragionamento, quello che si snoda un segno dopo l’altro, rimane sospeso e palese se l’opera non è finita. Il tempo storico deve far conto col fatto che l’opera d’arte del passato continua ad essere presente nel suo futuro, e dunque lasciarla incompleta significa simbolicamente omettere quel punto finale che, come il punto finale di questa frase, la fissa nel passato.”
Il tempo è ciò che viene preservato (fissato) nel cimitero: ricordi, sentimenti, voci, colori, odori. Portiamo fiori che nel tempo cambiano colore e forma e, in un andirivieni ciclico, li sostituiamo con altri. Nel tempo andiamo a rivivere queste sensazioni ogni volta che visitiamo le tombe dei nostri cari. Per non fissarli solo nel passato.
Sostieni periscopio!
Davide Bassi
I commenti sono chiusi.
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it