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da: ufficio stampa Ferrara Art Festival

Sarà “Variazioni su Saffo” a chiudere il Racket Festival, sabato 1 agosto (inizio ore 21.30, ingresso con tessera) a Palazzo della Racchetta.
Un evento straordinario, uno spettacolo la cui regìa è firmata personalmente dal direttore artistico del Festival, Virgilio Patarini e che vede in “scena” tre attrici, in tre sale diverse dell’antico palazzo, che raccontano tre diverse versioni della stessa storia, simultaneamente, col pubblico diviso in tre gruppi che si sposta da una sala all’altra ed assiste alla appassionata vicenda personale e sentimentale della più grande poetessa di tutti i tempi, ai suoi amori, alle sue peripezie e acrobazie del cuore, attraverso le parole di Ovidio, di Baudelaire, di Ezra Pound, di Christine Pruner, di Marguerite Yourcenar e della stessa Saffo, protagonista della piece… Tre attrici ciascuna delle quali fornisce la propria interpretazione del personaggio, filtrata dalla voce di un diverso autore e dalla propria differente sensibilità, sotto la regia di un maieutico Virgilio Patarini.
In scena saranno Sabrina Bordin, Catia Gianisella e Vittoria Triglione nel ruolo di Saffo e Miriam Previati nel ruolo di Attis. Aiuto Regista e voce fuori campo Linda Evangelisti. Musica e Video di Maurizio Ganzaroli. Assistente scene e musiche: Luca Garcina.
Catia Gianisella mette in scena la dolente, sarcastica e funambolica Saffo immaginata da Marguerite Yourcenar protagonista di un emblematico e metaforico mondo del circo, tra l’Europa e l’Oriente, a metà del secolo scorso, con un linguaggio denso e immaginifico.
Sabrina Bordin è la malinconica e sensualissima Saffo di Christine Pruner capace di evocare al tempo stesso la dolcezza di un mondo perduto fatto di danze e di musica e di piaceri della carne e la ferocia implacabile della vecchiaia che avanza, in un vortice in cui Eros e Morte si scambiano spesso di ruolo.
Vittoria Triglione, attraverso le parole di Ovidio, ci racconta una Saffo in preda alle pene d’amore per un uomo che l’ha abbandonata, in balia dei ricordi e delle passioni, a tratti passionale come un vulcano. Già, perché la lesbica più famosa di tutti i tempi in realtà era bisessuale. O almeno questo è quello che si deduce dal mito che di lei ci hanno tramandato poeti e scrittori, coevi e successivi, ma anche dalle sue stesse parole che si sono salvate dall’oblìo.
E poi in questo spettacolo c’è il fantasma della piccola Attis, diafana eppure presenza sensuale, impersonata da un’incantevole Miriam Previati, che passa da una Saffo all’altra e rappresenta, con pochi gesti misurati e sparute battute, una sorta di filo rosso che affiora qua e là, si dipana e al tempo stesso lega ciascuna delle diverse “variazioni” del mito.
E poi ci sono le musiche avvolgenti di Maurizio Ganzaroli, autore anche di un video che accompagna la parte di spettacolo dedicato alle parole di Ovidio, e le voci fuori campo di Patarini stesso e di Linda Evangelisti che riecheggiano la Saffo cantata da Baudelaire nella prima versione dei “Fiori del Male” e da quella versione strappati dalla censura.
E per una notte Palazzo della Racchetta si trasforma in quel dedalo di emozioni e passioni che è stato il cuore di Saffo e nel quale il pubblico può azzardarsi ad entrare. O, per lo meno, così se l’è immaginato chi ha dato vita a questo esperimento teatrale.

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