LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
Altro che compiti delle vacanze
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Ricordate i “choosy”, i bamboccioni del ministro Fornero? E gli studenti del ministro Poletti che durante le vacanze estive dovrebbero dedicarsi al volontariato o a raccogliere le mele? Fortunatamente per il mondo girano anche altre idee. È sufficiente spulciare nella rete e scopri che a Chicago, learning city per eccellenza, ad esempio, invece di spararle grosse si danno da fare.
Così, da almeno una decina d’anni è nata “After school matters”, una organizzazione no-profit che in collaborazione con la città e le sue risorse offre, in ogni stagione e in particolare d’estate, agli studenti delle scuole superiori programmi di attività pratiche extra scolastiche, riconosciuti a livello nazionale. Si tratta di esperienze innovative, di progetti di apprendistato a numero chiuso che si integrano con la scuola e che prevedono l’impiego dei giovani studenti in diverse attività: dalle scienze, allo sport, alla scrittura creativa, dall’arte culinaria allo studio della pittura contemporanea, dalla comunicazione all’uso delle tecnologie multimediali, dalla letteratura, alla musica, al teatro.
Alla realizzazione dei programmi partecipa una vasta rete di partnership pubbliche e private, che comprendono le scuole pubbliche, il Park District, la Public Library di Chicago e le organizzazioni della città. Il riconoscimento nazionale è giunto proprio per l’approccio innovativo con cui tutte le realtà coinvolte hanno saputo coordinare le risorse per offrire ai giovani attività pratiche in cui impegnarsi, misurare le proprie potenzialità, avere un ruolo sociale, guardare al proprio futuro, sviluppare competenze professionali da spendere nel mercato del lavoro, premiare il proprio impegno scolastico e i traguardi raggiunti.
Nella varietà delle attività offerte quest’estate ci sono anche progetti che offrono agli studenti l’opportunità di partecipare alle indagini della ricerca sul cancro, utilizzando l’animazione computerizzata per comunicare i loro risultati. Programmi che consentono a ragazze e ragazzi di coltivare il loro interesse per la scienza, la tecnologia, l’ingegneria e la matematica, di lavorare per gli obiettivi della loro carriera futura di studio o di lavoro.
C’è anche il programma di arte e cultura del Flamenco, oltre alle varie forme di musica (palos) e danza flamenca: ragazze e ragazzi ne apprendono la storia, la geografia, il ritmo e la composizione.
Viene in questo modo data agli adolescenti delle scuole superiori pubbliche l’opportunità di esplorare e di sviluppare i loro talenti, acquisendo nel contempo competenze fondamentali da spendere sia per il lavoro che per l’università.
L’impegno di “After school matters” è quello di offrire agli studenti occasioni formative di alta qualità, per questo come istruttori sono coinvolti professionisti qualificati che lavorano in modo intenzionale e significativo per la crescita e lo sviluppo dei ragazzi. L’accesso ai corsi è gratuito, grazie a una gestione coordinata delle risorse messe a disposizione da una vasta rete di partenariato pubblico-privato a sostegno della formazione dei giovani attraverso una programmazione concordata tra scuola e comunità. Continua è la messa a fuoco per il miglioramento della qualità, le decisioni vengono prese sulla base del rapporto costo-efficacia dei programmi offerti.
“After school matters” si propone di rafforzare le competenze scolastiche di ragazze e ragazzi, di guidarli verso l’eccellenza, verso la cultura della responsabilità, valorizzando il lavoro di squadra sia tra gli adolescenti che tra quanti partecipano alla realizzazione delle attività, personale, rete dei partner pubblici e privati. In particolare sono sostenuti e incoraggiati la diversità, il talento, la creatività, le opportunità di crescita personale e professionale, l’impatto positivo per le scuole e la città.
Non si dica per favore che questa è l’America, che non hanno i nostri problemi, perché è proprio attraverso l’investimento sull’istruzione, un’istruzione capillare e permanente, che gli amministratori di Chicago, a partire dal suo sindaco, hanno risposto alla grave crisi economica che ha investito il distretto conducendolo sull’orlo della bancarotta. Buona parte di quelli che pensiamo essere i nostri problemi troverebbe la sua soluzione, se solo avessimo una cultura capace di mettere in campo alcune di queste idee per i nostri giovani, a partire dalle singole realtà locali. Insomma si tratta di esercitare di più e meglio il cervello con iniziative pubbliche e private, anziché coprire con parole spesso stupide quanto vuote le nostre incapacità politiche, le nostre visioni anguste dei giovani, della scuola, del lavoro.
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Giovanni Fioravanti
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