Aiutare i minorenni stranieri a non perdersi: una parte della soluzione al problema
Tempo di lettura: 3 minuti
da: ufficio stampa Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna
A pochi giorni dalla Giornata Mondiale del Rifugiato, l’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna si esprime sul problema migranti e propone una parziale soluzione al problema con un focus sui minorenni stranieri non accompagnati, che a maggio 2015 in Italia erano 13.320, in forte crescita rispetto all’anno precedente (dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali).
L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna si allinea al CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi) sul tema.
Ci sono in Italia almeno 8.206 minori stranieri non accompagnati, tante sono a maggio 2015 le segnalazioni pervenute alla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Di questi il 95% sono maschi e il 92% ha tra i 15 e i 17 anni (http://www.lavoro.gov.it/AreaSociale/Immigrazione/minori_stranieri/Documents/Report%20MSNA%2031-05-2015.pdf).
A questi se ne aggiungono altri 5.114 (circa il 35% del totale) che risultano irreperibili, ovvero che si sono allontanati dalle strutture o famiglie di accoglienza. A maggio dell’anno scorso, la somma di presenti e irreperibili era di 9.337 bambini e ragazzini, quest’anno la somma è di 13.320 persone.
L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, in linea con quello nazionale, vuole affrontare i problemi legati alla presenza di immigrati al di fuori delle polemiche politiche e ideologiche, per supportare soprattutto quei “ragazzi che affrontano il viaggio della vita, senza le certezze e il sostegno delle loro famiglie, e che fuggono esclusivamente per costruire il loro e il nostro futuro”, come ha detto Fulvio Giardina, Presidente del CNOP (Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi), nel recente convegno tenuto a Siracusa intitolato “L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati: il sostegno psicologico”.
Giardina ha sottolineato che: “lo psicologo è soprattutto il professionista del cambiamento, inteso come processo di miglioramento dell’individuo e della collettività”.
Per questa ragione l’Ordine nazionale ha attivato al suo interno uno specifico gruppo di lavoro dedicato agli “Ambiti Emergenti”, tra cui la questione immigrazione. Similmente, l’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna – organismo guidato da Anna Ancona, che è anche vice Presidente dell’Ordine nazionale – ha istituito nella riunione di Consiglio del 21 maggio scorso un suo gruppo di lavoro sulla “Psicologia Giuridica – Psicologia Minori Stranieri non accompagnati”.
Per il minore è necessario un primo periodo di accoglienza che serve per trovare una preliminare rassicurazione dai traumi subiti e per soddisfare i bisogni primari, come il cibo e il vestiario; questa prima fase dura in genere circa due settimane.
In seguito dovrebbe esserci la vera e propria integrazione e l’inserimento nel tessuto sociale ordinario, come ha spiegato Roberto Calvani, referente del gruppo di lavoro nazionale. Spesso è la permanenza troppo lunga nelle strutture di prima accoglienza – si arriva anche a 7 mesi – che determina rabbia e depersonificazione, “senso di sconfitta perché il loro progetto migratorio non si è realizzato”, ha aggiunto Calvani.
Il ruolo dello psicologo – riconosciuto sia a livello nazionale che europeo – sta nel favorire l’accoglienza e contenere la fuga dei giovanissimi, aiutandoli a ritrovare la loro identità personale, nonostante la grande quantità di migranti ospitata nelle apposite strutture.
“Il problema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati è un problema complesso. I minori che giungono a noi non solo devono affrontare tutte le problematiche inerenti l’integrazione come immigrati, ma sono anche giovani che hanno attraversato moltissime sofferenze e, talvolta, traumi.
Per questo hanno bisogno di trovare nelle strutture in cui sono accolti non solo operatori sensibili e preparati che possano favorire l’integrazione nel nuovo contesto, ma anche psicologi che possano aiutarli a elaborare i loro traumi.
Inoltre prezioso è l’aiuto che gli Psicologi di Comunità possono dare ai diversi livelli istituzionali implicati, dagli stessi Servizi Sociali alle strutture di accoglienza”, commenta infine Anna Ancona.
Sostieni periscopio!
Riceviamo e pubblichiamo
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it