L’INTERVISTA
Tutto su Fest, “la festa del teatro e di chi lo fa”
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Si è conclusa mercoledì 10 giugno, al Teatro Comunale di Ferrara, la seconda edizione del Fest, Festival delle Scuole di teatro, ideato da Massimo Malucelli, di Teatro Fonè. La forma itinerante dell’evento, con tappe svoltesi a Porotto, Tresigallo e Comacchio, ha notevolmente contribuito al successo di un’iniziativa che ha unito la stessa Fonè, il Centro preformazione attoriale, il quale fa parte della scuola di Fonè (il Cpa è la prima scuola di recitazione in Italia che forma aspiranti giovani attori per le audizioni delle scuole nazionali di recitazione) e il Pabulo Teatro di Santiago di Compostela in una festa di tutti e per tutti.
Piccoli eventi di sette minuti ciascuno per attore, curati dalla compagnia Scambi teatrali di Bologna, hanno poi rallegrato il ridotto del Teatro Abbado, prima della serata finale. Uno spazio allestito nel foyer del teatro, una stanza dove si entra per compiere un viaggio di sette minuti con gli attori che accompagnano lo spettatore nello spazio della fantasia, che lo portano lontano, con sé, nell’immaginazione. Ma questo sarebbe stato solo l’inizio….
Dopo una lunga e attenta selezione, a contendersi i primi posti i ferraresi del Cpa, entrambi di Fonè. Prima di conoscere i vincitori, abbiamo fatto alcune domande a Massimo. Curiosi, come sempre, di capire dove trova tante idee ed energie.
Come è nata l’idea di Fest?
L’idea è nata un paio di anni fa, pensando agli oltre 30 anni d’insegnamento, ai primi esperimenti ferraresi. Mi sono detto, perché non organizzare un incontro che sia un anche un concorso, dove ci sia la possibilità di confronto. Così, l’anno scorso, era nato il “Sogno di tre notti di inizio estate”, quest’anno il Fest. Abbiamo voluto fare una festa del teatro e di chi lo fa, questo sarebbe il vero sottotitolo. E’ importante festeggiare chi fa esperienza di teatro, perché questo è il luogo della comunicazione fra chi assiste allo spettacolo e chi fa teatro come professionista. Da esperienze come queste escono persone come il giovane Stefano Muroni, oggi direttore artistico del Cpa e attore professionista in ascesa.
Fest è contraddistinto anche dal fatto che qui si fanno fare giochi teatrali allo stesso pubblico, per esempio: si sta seduti, senza muoversi, s’immagina che il vicino non emani un buon odore. Voi, come pubblico, cosa fate? Lo guardate male? Dite qualcosa, magari sbuffate disturbati? Come reagisce il vostro corpo? Eccoci immersi in un viaggio che racconta noi stessi e il mondo con grande ironia, che fa divertire ed entrare nella dimensione del racconto e della finzione. Perché ‘divertire’, come diceva Pascal, significa distrarsi dal contatto con Dio e oggi porre l’attenzione ad altro significa distrarsi dal dio presente, quello del danaro, della guerra, della società non bella. Il teatro è andare altrove, portare alternative, distrarre attraverso anche una sana e innocente risata. Sei diverso quando entri a teatro e quando ne esci. Sei ‘distratto’ perché attratto da altro: storie e mondi immaginari e alternativi. Va aggiunto, ci tengo particolarmente, che il festival, oltre a essere un buon momento di spettacolo e di aggregazione sociale, vuole essere anche un’occasione di incontro per le varie scuole di teatro del territorio.
Quanti aspiranti attori hanno partecipato e quali le tappe del festival?
Una quarantina (al Comunale ma se si considerano tutte le tappe si può dire tranquillamente il doppio) di allievi si è cimentata sui vari palchi. A Porotto ci si è esibiti al teatro Verdi, nella Città del Novecento gli spettacoli hanno illuminato l’arena della Casa della cultura, a Comacchio è stato il turno dei Trepponti, del Ponte degli Sbirri, fino a Ferrara e al suo prestigioso Teatro Comunale Abbado. Le date per le fasi eliminatorie e per la semifinale sono state quelle del 27, 28 maggio e del 2 giugno.
Chi ha superato tutte le fasi ha avuto accesso alla finalissima del 10 giugno. Le scuole che hanno partecipato al festival provengono sia da Ferrara che da province vicine, come Bologna e Reggio Emilia. Le scuole e i titoli degli spettacoli in gara sono stati numerosi e interessanti: Improgramelot di Reggio Emilia con “Mefisto, i dannati dell’improvvisazione”; Officina Creativa di Ferrara con “Il provino”; Officina Guitti di Bologna con “La XII notte” e “Sarto per signora”; il Centro preformazione attoriale con “La fiera dei sogni”; “Fonè Scuola di teatro” con “Pinocchio, frammenti di infanzia”. Abbiamo assistito a serate uniche, magiche, divertenti e suggestive. Sono sicuro che sarà un’ottima occasione per riportare la gente nei teatri, nelle piazze, a contatto con la commedia e la comicità, perché tutti abbiamo bisogno di ridere un po’ di più.
Chi sono i premiati e le giurie?
Il pubblico in sala ha votato lo spettacolo vincitore con il Premio della giuria popolare. Gli spettacoli (di 20 minuti ciascuno), hanno concorso per il Premio della giuria di esperti (composta dall’attrice Francesca Valtorta, da Shamira Benetti, direttrice del Teatro Verdi di Porotto e dal regista Marco Cassini) per il Miglior spettacolo, Miglior attore e Migliore attrice. Il pubblico ha votato direttamente con moduli distribuiti all’entrata, un metodo semplice che ha coinvolto tutti. Il festival è supportato dall’Arci, dal Giffoni film festival e patrocinato dai Comuni di Ferrara, Comacchio e Tresigallo. Sono tutti a bordo, dunque.
Ci parli degli spettacoli e degli attori che hanno vinto l’edizione di quest’anno?
I premi sono andati a Cpa e a Pabulo Teatro. Non vorrei parlare troppo degli spettacoli vincitori, perché ho scritto io i testi ma visto che insisti ti dirò almeno la trama. Il premio Miglior spettacolo per il pubblico è andato a Cpa I anno, per “Fiera dei sogni e dei sognatori” (testo e regia di Massimo Malucelli). La storia è commovente. Arturo e Teresa hanno un vecchio cinema in un paesino, luogo che è un punto incontro di vari tipi da cinema visti all’inverso, ossia visti dalla parte di quelli che lo vanno a vedere, un cinema osservato da fuori. Ci sono i pomicioni che, nell’iniziazione sentimentale di tanti anni fa andavano al cinema per avere una ‘vera esperienza’, e ci sono le loro copie, sfilano tante maschere della società, come la signora piagnona che vede i film d’amore per poter piangere in santa pace, l’intellettualoide che si vanta dei suoi titoli, il personaggio che vede i film di guerra e vi s’identifica, l’ansioso che ti chiede tutto del film e che non te lo fa seguire. E’ un bel momento sul cinema anche come memoria: dopo molti anni, vengono ritrovate le pizze del vecchio film degli alleati che avevano liberato il paese. Ciascuno si rivede, in un susseguirsi di momenti comici e teneri allo stesso tempo. Le atmosfere sono un po’ felliniane, all’Amarcord. Il cinema diventa una scusa per vedere il posto dove la gente va e da dove viene; ne emerge il carattere delle persone legato all’immaginario, la vera parte di sé. Identificandosi con esso.
Il Premio miglior spettacolo per la giuria, invece?
E’ andato a Cpa II anno per “Siamo nati proprio adesso” (testo e regia Massimo Malucelli). Siamo a Tresigallo, durate il suo primo bombardamento, nel 1944, circa settanta anni dopo. Ricostruito sulla base delle testimonianze dei vecchi del paese, si è voluta scrivere una drammaturgia per ragazzi di 17 anni che hanno la stessa età di quegli anziani allora. Con tutte le difficoltà del caso. Nel voler costruire un ponte fra generazioni, un montaggio rapido, a scene e flash, ha portato a una narrazione agile, con parti comiche e drammatiche. Alla fine, si comprende che, forse, siamo nati ora, questi ragazzi rinascono, come se fossero vivi oggi per la prima volta. Un paese preciso diventa simbolo delle condizioni umane estreme. Gli attori adolescenti inizialmente non sapevano come immedesimarsi in un’avventura fortunatamente mai sperimentata, quella della guerra. Ma ci sono riusciti, con abilità, perché l’essere umano riesce a identificarsi nelle situazioni e nelle condizioni più estreme. A chiudere i premiati, Valentina Sisini (Cpa II anno), Migliore attrice per la giuria, (“Siamo nati proprio adesso”), Roberto Galleran (Cpa I anno), Menzione speciale come miglior attore e, per Pabulo Teatro, RafaRey, Miglior attore e Menzione speciale per il miglior spettacolo.
Il Pabulo Teatro diretto dallo spagnolo Marcos Grande Pazos ha presentato “Shakespeare Cabaret”, un tocco in più di internazionalità. Avete portato un vento nuovo e accostare Shakespeare al cabaret appare strano e innovativo, ce ne parli…
Il Pabulo Teatro ha sorpreso con due allievi, uno dei quali, il meraviglioso talento RafaRey, 17 anni, ha vinto un premio, per la parodia di Romeo e Giulietta. I giovani hanno fatto i pagliacci nel senso più liberatorio del termine, coinvolgendo il pubblico in una sorta di divertente pastiche italiano-spagnolo. Inimmaginabile e, per questo, unico.
Come riassumerebbe questa bella avventura e cosa si sente di dire al suo pubblico?
Adesso che qualche giorno è passato, vorrei tanto ringraziare tutti quelli che hanno saputo abbracciarmi, sostenermi e sospingermi verso il traguardo con parole sincere e gentili, come vento favorevole, mentre correvamo attraverso questo tempo concitato, che in venti giorni ha concentrato le ultime frescure della primavera e il caldo leone dell’estate. E’ stato un periodo incredibile, fra Spagna e Italia, università e conferenze, tre spettacoli diversi in diverse versioni, prove e dell’uno e dell’altro senz’altro sapere che si provava per realizzare ciò che spesso non pareva possibile, un festival in quattro diverse serate, e l’ultima magia del Teatro Comunale, dove ci siamo tutti ritrovati a casa, insieme, come in una cena di famiglia dove si riabbracciano commossi i parenti lontani sì, ma mai perduti. Grazie ai miei compagni di avventura di Fonè, del Cpa e di Pabulo Teatro, che hanno collaborato e condiviso! Grazie a coloro che hanno creduto in noi ospitandoci negli spazi magnifici delle storie possibili! Grazie ai miei grandi attori, che a volte sono piccoli ma hanno dimostrato a tutti (e soprattutto a se stessi) di essere davvero grandi! Grazie a tutte le compagnie che hanno partecipato: l’Officina Teatro Guitti, Improgramelot, Officina Creativa, il Fest al di là e al di sopra di ogni gara, è “la festa del teatro e di chi lo fa” e quindi è anche loro e per loro. E grazie anche a loro stiamo costruendo qualcosa di importante per tutti. Grazie al nostro pubblico meraviglioso e così meravigliosamente disposto a lasciarsi condurre nei territori della meraviglia, a tutti coloro che ci hanno seguiti col cuore e con gli occhi scintillanti delle storie che abbiamo condiviso. In una parola: grazie agli amici, perché di essi è fatto il teatro.
Grazie a te, Massimo. E buon “divertimento”, sempre.
Un’anteprima: Fest è stato distribuito sul territorio. Si lavora per allargarlo, da ottobre, perché diventi un evento di rete che faccia circuito e coinvolga compagnie italiane, spagnole e inglesi. La competizione sarà il grimaldello. Volendo usare una metafora calcistica, ci saranno campionato italiano, spagnolo e inglese fino alla coppa dei campioni. Per aprire menti ed esperienze. Condividendo. Con una parola che va di moda ma che non è sempre realtà.
Per saperne di più visita la Pagina Facebook di Fest [vedi].
Fonè Scuola di Teatro sostiene la campagna di Crowdfunding di Ferraraitalia “Una redazione condivisa per Ferraraitalia” [vedi] mettendo a disposizione una delle ricompense per i donatori: corso di 3 ore per ragazzi (dai 18 anni in poi) e adulti, “Il personaggio comico” con dimostrazioni dell’attore, sceneggiatore, regista Massimo Malucelli.
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Simonetta Sandri
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