da: Ferrara baseball
Sconfitti i campioni di Padova, gli estensi cadono contro la squadra di Tirri
La misura delle emozioni offerte dalla quarta giornata di Lega Amatoriale Baseball, che domenica 17 maggio ha opposto il Baseball Ferrara al Padova 88 e al Treviso, sta nel tam-tam di commenti che già nel pomeriggio si scatenano sui social network; un mix di stupore ed ammirazione, perché – qualcuno scrive – un concentramento intenso come questo forse non si era ancora visto.
Alla fine, una vittoria e una sconfitta per ciascuno: l’equilibrio e lo spettacolo offerti dalle tre squadre valgono loro una chiamata speciale dai campioni di Aviano: “Now we want you”, la sfida lanciata dagli americani su facebook.
L’impresa del giorno è targata Ferrara: i ragazzi del Castello si aggiudicano la vittoria nella prima contro Padova, campione in carica imbattuto da mesi, e mai sconfitta prima d’ora dai ducali.
Costretti a convivere con l’infermeria a porte girevoli, a cui si è aggiunto in settimana il pitcher Abetini, Benetti e Della Portella disegnano una squadra inedita confermando Carlotti in prima e Novi in seconda, ma spostando Bassi a ricevere, Rotondo in terza e Reitano in interbase.
La mossa più azzeccata è la scelta tattica di schierare il polivalente Nicholas Bettoni all’esterno centro: il ragazzo mantiene le promesse anche in un ruolo non suo, prendendo per mano i compagni di reparto e alzando un muro dietro il diamante.
L’aria che tira si capisce nel primo inning, con Padova impedita a sfruttare una ghiottissima occasione a basi piene: entra un punto e basta, poi più niente per due riprese, e tutto ciò che vola è facile preda dei guantoni di casa.
Sentito il momento Ferrara aggredisce, le mazze del Duca portano a casa tre run nel primo attacco e altri cinque nel secondo: Novi segna un doppio, Reitano è un folletto imprendibile, Rotondo per poco non ruba pure il punto a casa.
E’ Davide contro Golia, e il gigante soffre tanto: i patavini la giocano, ma pigliano le misure quando i buoi sono scappati, e la partita si chiude 8-6 per la scatenata gang del Motovelodromo. “La nostra migliore partita fino ad oggi”, l’omaggio ai compagni del veterano Medeot, mentre per Della Portella “Il modo migliore di interpretare il match era partire forti, e controllare il ritmo.
Grande soddisfazione per esserci riusciti.”
Persa la propria imbattibilità, Padova rientra subito in campo per il derby veneto contro Treviso. Dopo un inizio altrettanto difficile i campioni in carica suonano la riscossa: la sfida è tiratissima, maschia, giocata più sui nervi che sul punteggio e sotto un sole che picchia molto duro.
Alla fine Padova ne ha quel tanto in più, e chiude in rimonta 5-6.
Terzo atto: stavolta la mattatrice è Treviso, a ricordare che le classifiche non sempre dicono tutto. Le precedenti sconfitte – di misura, e tutte contro avversarie molto ostiche – sono vendicate sulla pelle degli estensi, ancora inebriati dal successo mattutino.
Il roster guidato dal leggendario Lucio Tirri, una vera collezione di volti noti per chi l’ambiente baseball lo conosce davvero, si impone con un gioco efficace, soprattutto in difesa, e finisce largheggiando 1-7. Vittoria netta, senza reali demeriti avversari. Rispetto al mattino, i ducali partono col prospetto Tura in pedana e Rotondo a ricevere, Medeot in terza e Squartanti in prima, ed inseriscono i ritrovati Fioratti e Ferrigato all’esterno insieme a Marzaduri.
Scontato di nuovo il peccato di subire in partenza, gli estensi si trovano ad inseguire come già successo in passato: peccato che stavolta la rincorsa proprio non parte, soffocata dai vani sforzi per portare l’uomo in base nonostante i cambi. Spazio per Canci, Menini e Stocchi, ma la difesa da sola non basta: “Non siamo semplicemente riusciti a battere, e loro hanno fatto il resto” è la lucida analisi del manager Benetti, tra i protagonisti della giornata anche sul monte.
Tre partite, tre battaglie, e una bella rimescolata al mazzo. L’impressione è che il campionato diventi sempre più appassionante, e non si possano escludere rovesciamenti di fronte neppure ai piani alti.
Il pubblico non è ancora tantissimo, ma chi c’era si è divertito molto.
Si gioca sul serio, anche qui in periferia.
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