Solo per domani sera alle 21.00 all’Apollo Cinepark arriva “Todo Modo”, di Elio Petri in versione restaurata
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da: ufficio stampa Apollo Cinepark
Il restauro di Todo Modo, realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata e promosso dalla Cineteca di Bologna e dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, in collaborazione con Surf Film, si inserisce in un programma di valorizzazione del Fondo Elio Petri, donato nel 2007 al Museo Nazionale del Cinema da Paola Pegoraro Petri.
L’archivio privato fotografico e cartaceo del grande regista è un fondo di grande interesse ed è costituito da numerosi documenti, sceneggiature, oltre 1.000 fotografie, appunti, premi e la ricchissima corrispondenza del regista premio Oscar nel 1971 per “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Il restauro del film è stato presentato in prima assoluta alla 71a Mostra del Cinema di Venezia.
Leonardo Sciascia, autore del libro al quale si ispirò la sceneggiature di Elio Petri e Berto, lo definì “Un film pasoliniano: nel senso che quel processo che Pasolini voleva fare, e non poté fare, alla classe dirigente DC, lo ha fatto oggi Petri. Ed è un processo che suona come un’esecuzione.” E tale voleva essere nelle intenzioni di Petri, che dichiarò in “Scritti di cinema e di vita”, a cura di Jean A. Gili, del 2007: “Io, oggi, rifarei ancora il film contro la Democrazia Cristiana, più che mai convinto che i suoi dirigenti siano i responsabili, ormai pienamente coscienti, dell’attuale stato di degradazione in cui versa la vita politica e sociale italiana. In trent’anni essi hanno garantito la continuità dello stato fascista, la restaurazione dei peggiori modelli capitalisti, il ritorno a metodi politici basati sul parassitismo clientelare prefascista, e sulla corruzione. Nell’opera di americanizzazione del paese, imposta col massimo di irrazionalità, essi hanno gettato il paese in una sorta di miseria culturale ch’è anche fonte di disperazione culturale, di idiozia culturale, di impotenza culturale. Intorno a loro fanno blocco le fasce parassitarie di tutte le classi sociali, le più coinvolte nel naufragio culturale degli anni Sessanta, la parte malata del paese.”.
La realizzazione del film vide l’impegno del direttore della fotografia Luigi Kuveiller, Ruggero Mastroianni al montaggio, le scenografia di Dante Ferretti e un parterre di interpreti importanti, ricordiamo – fra gli altri – Gian Maria Volonté , Marcello Mastroianni, Mariangela Melato, Michel Piccoli, Ciccio Ingrassia e Franco Citti. Ciliegina sulla torta: musiche di Ennio Morricone.
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