Il 76% degli Italiani è contrario agli OGM, arriva lo stop dai 12 ministri europei sul mais transegnico
Tempo di lettura: 3 minuti
da: ufficio stampa Coldiretti
Positiva per Coldiretti la decisione dei ministri europei per il ritiro della proposta di autorizzazione per il mais transegnico. Gulinelli dichiara: “Aprire agli OGM sarebbe un gravissimo errore strategico, i nostri prodotti non devono essere omologati a nessun’altra se vogliamo garantire il Made in Italy”
Con quasi otto italiani su dieci (76 per cento) che sono contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura, è positiva la decisione dell’Italia di partecipare al gruppo di dodici Paesi che chiedono formalmente alla Commissione Ue di ritirare la proposta che autorizza la coltivazione del nuovo mais transgenico 1507. E’ quanto afferma il presidente nazionale della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel commentare positivamente la lettera inviata al commissario alla Salute Tonio Borg da Ministri di 12 Paesi Europei. Un atteggiamento che si deve tradurre in comportamenti coerenti anche a livello nazionale dove in Friuli – sottolinea Moncalvo – non si è adeguatamente intervenuti sulla semina clandestina di mais ogm con problemi di inquinamento ambientale.
Commenta la decisione anche il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli, che evidenzia “L’Italia è leader europeo nella qualità e distintività dei prodotti agroalimentari ed ha tutto l’interesse a porsi come capofila per la difesa del territorio dalle contaminazioni. Senza dimenticare che gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy”.
D’altra parte scendono ad appena 27 i Paesi che nel mondo hanno coltivato biotech nel 2013 per un totale di 175 milioni di ettari concentrati però soprattutto negli Stati Uniti (70.1 milioni di ettari), in Brasile (37 milioni in Brasile), 24,4 milioni (Argentina) e Canada (11 milioni), ma anche in Cina e nei Paesi di via di Sviluppo sotto il pressingdelle multinazionali. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’International Service for the Acquisition of Agri-Biotech Applications (ISAAA) dal quale si evidenzia il calo rispetto al 2012 in cuierano 28 i Paesi a coltivare biotech. In coda alla classifica l’Unione Europea dove – sottolinea la Coldiretti – nonostante l’azione delle lobbies che producono ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Il livello di scetticismo dei cittadini rimane elevato nonostante – sostiene la Coldiretti – il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dalla mela che non annerisce al pomodoro viola contro le infiammazioni, dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico, dalle patate fritte superesistenti ai parassiti, fino al latte materno da mucche transgeniche). La realtà che emerge da rapporto – conclude la Coldiretti – è infatti che sostanzialmente gli OGM in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini.
Sostieni periscopio!
COLDIRETTI
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it