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Una collezione di quadri con fini didattici ma pennellate di grandi firme della storia dell’arte, come Carlo Bononi, Bastianino e lo Scarsellino. Sono quelli in mostra a palazzo Bonacossi. A raccontare l’origine e le finalità di queste opere – esposte qui da ottobre e provenienti da vari istituti di assistenza come orfanotrofi e conservatori – oggi c’è Tito Manlio Cerioli. Lo studioso di archivi e curatore del volume dedicato alle raccolte sarà introdotto da Elisabetta Lopresti, conservatrice dei Musei di arte antica. Una caratteristica di questa collezione, formata da quadri incentrati su temi e soggetti sacri, è la finalità didattico-formativa di tutte le immagini. Scene e personaggi hanno sempre uno scopo: ispirare alle giovani ospiti i valori che vengono loro richiesti, come castità e obbedienza. Significativa, per questo, una serie di quadri in cui le ragazze assistono alla scena sacra, proprio per favorire l’identificazione fra spettatore e messaggio del dipinto. Per vedere e capire meglio i contenuti dei quadri, l’appuntamento oggi nel salone d’onore di palazzo Bonacossi, a ingresso libero. Ore 18, via Cisterna del Follo 5 a Ferrara.

OGGI – IMMAGINARIO ARTE

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Particolare della “Pala delle zitelle” di Giuseppe Mazzuoli detto il Bastarolo (Ferrara, 1536–1589) nella “Collezione Orfanotrofi e Conservatori”  a palazzo Bonacossi di Ferrara

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.


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