Giovedì 26 marzo, Manomanouche in concerto per festival Crossroads
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da: Ufficio Stampa Crossroads
Modena, La Tenda, ore 21:30, Massimo Pitzianti – fisarmonica, bandoneon; Nunzio Barbieri – chitarra acustica;
Luca Enipeo – chitarra acustica; Pierre Steeve Jino Touche – contrabbasso
Giovedì 26 marzo, la seconda tappa a Modena della sedicesima edizione del festival itinerante Crossroads, organizzato da Jazz Network e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, porterà alla Tenda il brioso swing gitano del quartetto Manomanouche, con Massimo Pitzianti (fisarmonica, bandoneon), Nunzio Barbieri, Luca Enipeo (chitarre acustiche) e Pierre Steeve Jino Touche (contrabbasso). A partire dalle ore 21:30 ci si immergerà nel sound e le melodie di Django Reinhardt. Il concerto è realizzato in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Modena, La Tenda di Modena, l’Associazione Culturale Muse. Biglietti: intero euro 12, ridotto/A 10, ridotto/B 8 (per carnet 3 concerti).
A partire dal 2001 i Manomanouche si dedicano alla celebrazione della musica zigana dall’inconfondibile scorrevolezza melodica e i ritmi sincopati e ‘rubati’: lo stile manouche, appunto. Con il nume del jazz gitano, Django Reinhardt, a fare da inesauribile fonte di ispirazione, i Manomanouche si sono ormai da tempo imposti come una delle formazioni di riferimento per questo affascinante repertorio che profuma di musica francese anni Trenta, con i suoi valzer, i motivi di musette, i passi di danza gitani e una spruzzata di jazz. L’autorevolezza dimostrata dai Manomanouche fa sì che i loro concerti siano tutt’altro che un’operazione nostalgica in omaggio a Reinhardt: la vivacità dei nuovi arrangiamenti preparati sulla base dei temi di Django, la capacità di inserirvi un tocco di cantabilità italiana, la selezione di altri autori per arricchire il repertorio, l’aggiunta di composizioni originali della band creano un emozionante rinnovamento della tradizione swing-zigana. Nelle scelte timbriche e strumentali del quartetto si apprezzano al contempo la fedeltà ai modelli storici e un sapiente adattamento ai tempi moderni.
Nei Manomanouche sono confluiti musicisti di varia formazione; Massimo Pitzianti e Pierre Steeve Jino Touche sono particolarmente noti in quanto collaboratori di lunga data di Paolo Conte. Nel corso degli anni il gruppo si è aperto alla collaborazione con artisti anche di diversa estrazione stilistica.
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