Giorgio Bassani: attraverso la cultura ebraica del Novecento a Ferrara (e dintorni)
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da: Istituto Storia Contemporanea Ferrara
Verso il centenario dalla nascita di Giorgio Bassani: il punto sugli studi internazionali dedicati allo scrittore sarà fatto nel secondo Imbarcadero del Castello Estense di Ferrara, per riflettere sui lasciti etico-morali della sua attività letteraria. Giovedì 19 e venerdì 20 marzo, grazie all’impegno del Comune di Ferrara, dell’Icojil (The International Conferences on Jewish Italian Literature) e dell’Università di Utrecht, la tavola rotonda avrà una sede eccezionale per bellezza e unicità, sotto le volte in pietra vista del monumento medievale. Mentre dalle 9 alle 20 circa, l’organizzazione sarà interamente affidata ai giovani dell’Istituto di Storia Contemporanea e del “Gruppo del Tasso”. «Sapere accessibile a chiunque – è il desiderio del vicesindaco Massimo Maisto – per non isolarci dentro le mura e condividere il più possibile la nostra identità culturale. Ferrara è la città dell’ebraismo e questo sarà un ulteriore tassello verso la realizzazione del Meis».
Da tutto il mondo accademico arriveranno gli italianisti che hanno condotto un’appassionata attività di ricerca tra le pagine di Bassani: Utrecht in primis, poi Grenoble, Ankara, Paris III, Melbourne, McGill, Lubiana, Berlino, Castilla-La Mancha, Korcë, Marseille-Aix-en-Provence, Varsavia, nonché le nostrane Pisa, IULM e L’Aquila, saranno solo alcune delle realtà universitarie rappresentate. E che rappresenteranno con convinzione la produzione bassaniana dalla prosa de Il giardino dei Finzi-Contini alla poesia di In gran segreto ed Epitaffio, focalizzandosi sull’impegno comunitario della sua opera. «L’ebraismo non sarà l’unico aspetto – ha esordito Paola Bassani, la figlia – spero risalti il suo impegno giovanile antifascista, oscurato e minimizzato da certi storici. Quando scriveva sul Corriere Padano si barcamenava come poteva; era un quotidiano che permetteva di esprimersi a coloro che non erano in aria di santità fascista. Mai abbracciò il compromesso, ma una vera lotta per la libertà, dato che mise a rischio la sua vita dal 1936. È soltanto con i dibatti – ha concluso – e con lo scambio delle idee, persino acceso, che si manterrà vivo in noi».
La silente Ferrara, con le mura che s’imprimono intatte sulla pianura circostante, occupa un posto considerevole nell’ebraismo letterario del Novecento italiano. «Esso viene rilevato dall’impostazione “geografica” – ha motivato Raniero Speelman, il docente curatore – della città di Stuart Hughes, nell’ancor insuperato quadro di insieme rappresentato da Prisoners of Hope (1983), sull’identità ebraica nella letteratura contemporanea; perciò la scelta non poteva che ricadere sulla capitale estense». Il convegno intende gettare uno sguardo dentro e fuori le mura, estendendosi anche ad altri intellettuali e al contesto culturale ebraico-ferrarese, sui suoi caratteri «molto padani», a detta dello stesso Bassani. E proprio alla sua maniera, imprevedibile quanto un cielo ventoso, dalla concretezza di Dentro le mura, si svolterà alla sospensione dell’Airone, grazie all’escursione a Comacchio del 21 marzo, a passeggio nei luoghi del romanzo. Dopo l’incontro del 2013, consacrato a Primo Levi, di cui sono recentemente usciti gli Atti per i tipi di Igitur Publishing (Utrecht), il comitato scientifico Icojil ha ritenuto di tornare a Ferrara, dove vorrebbe prendere sede.
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