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da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

Le donne imprenditrici ferraresi hanno una qualche “chance” in più rispetto ai colleghi uomini per cogliere le opportunità di crescita dell’Expo 2015.

Il 33% delle 8.240 imprese femminili si concentra, infatti, sulle filiere agroalimentari e turistiche che più di altre potranno trarre vantaggio dall’Esposizione universale, contro il 32% dell’intero tessuto imprenditoriale. Più in dettaglio sono 1.116 le imprese a guida femminile che operano nel turismo, soprattutto nell’attività di ristorazione (bar o ristoranti). Mentre delle 1.615 aziende rosa dell’agroalimentare, oltre 9 su 10 riguardano il comparto agricolo.

E’ quanto emerge dai dati al 2014 Movimprese, elaborati dell’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara.

 

Numeri alla mano, alla fine dello scorso anno, le imprese rosa costituiscono il 22,6% dell’universo imprenditoriale ferrarese, ma è una realtà che sta mostrando di sapersi fare strada rapidamente. All’anagrafe delle imprese, infatti, circa il 62% delle aziende femminili ha meno di 15 anni e ha conquistato, via via, un peso maggiore sul tessuto produttivo. Le imprese nate dal 2010 in poi, infatti, incidono per quasi il 29% sul totale delle imprese registrate nello stesso periodo, oltre 5 punti percentuali in più rispetto alla media generale. L’imprenditoria al femminile, poi, si presenta più cosmopolita. A Ferrara 8 donne alla guida d’impresa su 100 parlano straniero (contro il 6,6 del totale imprese). Sono 656 le aziende femminili straniere ferraresi, circa metà delle quali localizzate nel comune capoluogo.

 

“I dati mostrano che le donne stanno guadagnando nel tempo spazi maggiori nel nostro tessuto produttivo perché sono dinamiche e attente al mercato. Hanno capito che, soprattutto settori come il turismo, l’accoglienza, la cultura, i servizi alla persona per il nostro Paese sono giacimenti di ricchezza ancora da scavare e da mettere a frutto”, ha detto il presidente della Camera di commercio di Ferrara Paolo Govoni. “La Camera di commercio di Ferrara – anche attraverso il proprio Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile – in questi mesi di avvicinamento all’Expo 2015, continuerà a supportare le imprese a cogliere le molteplici opportunità che questo evento porterà. E lo sta facendo anche attraverso la nuova piattaforma web Italian Quality Experience, per far conoscere al mondo il variegato universo dell’agroalimentare italiano mettendo in mostra le quasi 3.500 imprese della filiera allargata (l’80% delle quali è “rosa”) e il loro sapiente intreccio tra territorio, talento e tradizione. Ma non solo, perché con questo strumento presentato insieme al Governo all’Expo delle idee – l’evento che ha messo intorno a 42 tavoli i massimi esperti per discutere sui temi cruciali dell’esposizione – il Sistema camerale vuole promuovere il Paese all’estero anche grazie alla rete di Ristoranti italiani nel mondo che permetterà di raggiungere oltre 60 milioni di persone”.

Imprese rosa: tre su cinque ha meno di 15 anni

L’imprenditoria femminile ferrarese conta 8.240 imprese. Pesa il 22,6% sull’intero tessuto imprenditoriale (contro il 21,5% a livello nazionale e il 20% in regione Emilia-Romagna), ma è una realtà giovane che sta crescendo di peso velocemente. Tre imprese rosa su cinque hanno meno di quindici anni e quasi una su tre meno di cinque. Le aziende guidate da donne iscritte al Registro delle imprese di Ferrara dal 2000 al 2009 sono 2.739 e incidono per il 22,7% sul totale delle imprese mentre le 2.359 nate negli ultimi 4 anni vedono aumentare al 27,6% il loro peso sul complesso delle aziende loro coetanee.

 

Il tasso di femminilizzazione, ovvero l’incidenza delle imprenditrici nel tessuto produttivo, raggiunge punte assai più elevate rispetto alla media in alcuni settori specifici come quelli dei servizi alla persona (60,1%), della sanità e dell’assistenza sociale (41,2%), nell’attività turistiche (37,2%), nella voce “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (29,5%), nel commercio (27,9%) e, ancora, nelle filiere agroalimentari.

 

Tra i comuni della provincia, l’imprenditoria femminile trova la sua massima incidenza a Ro, Jolanda di Savoia, Fiscaglia e Copparo, ma in termini assoluti è nel comune capoluogo di provincia con oltre 3.000 unità che si concentra il maggior numero di imprese femminili.

Nella graduatoria nazionale delle province italiane per tasso di femminilizzazione delle imprese è Benevento a conquistare la posizione più alta del podio (il 30,5% delle imprese sono capitanate da donne), Ferrara risulta 54esima, ma prima in regione mentre le altre province dell’Emilia-Romagna sono relegate a fine classifica.

 

Più dei loro colleghi uomini, la stragrande maggioranza delle donne imprenditrici sceglie la forma giuridica individuale che costituisce quasi il 66% delle imprese rosa contro il 60,6% della base imprenditoriale complessiva. Le forme organizzative più complesse si declinano al femminile con minore enfasi rispetto all’universo complessivo imprenditoriale, solo le società di capitali sono una realtà che pesa il 12,5% sulle imprese rosa mentre incidono per il 16,3% a livello totale.  Peso pressoché analogo a quanto si registra per la totalità delle imprese invece per le società di persone.

 

Quasi una donna alla guida d’impresa su 10 parla straniero. Le imprese femminili straniere sono 656, la metà localizzate nel comune capoluogo. Se prendiamo in considerazione l’incidenza delle imprese straniere su quelle femminili Lagosanto e Mirabello presentano i tassi più elevati.

 

Turismo allargato al femminile: 4 aziende su 5 sono bar o ristoranti

Nella filiera turistica “rosa” le donne imprenditrici gestiscono soprattutto bar e ristoranti che costituiscono l’81% del comparto. Numeri alla mano su 1.116 aziende a guida femminile che operano nel turismo ben quattro su cinque si occupano di ristorazione vale a dire 906 imprese (il 37% del totale delle aziende del comparto) e di queste oltre la metà sono costituite da bar (514 unità), mentre il 23,7% da ristoranti (215) seguite, per numerosità, dai “take away” (100).

Per numero di imprenditrici il settore che segue più rilevante, è quello relativo alle attività creative, artistiche, sportive e di intrattenimento e divertimento che con 100 imprese rosa pesa per il 9% sul totale della filiera turistica. In questo comparto, che in media evidenzia un tasso di femminilizzazione del 19,2%, si smarcano nettamente le attività di restauro dove due aziende su tre sono guidate dalle donne.

La terza divisione del turismo più popolata è costituita dall’ospitalità che con 69 imprese pesa per il 6,2%. Qui le donne sono al comando soprattutto di alberghi (36 unità) e di strutture extralberghiere con 31 imprese femminili tra affittacamere, case appartamenti, B&B, residence.

Ultimo per numerosità di imprese, in totale 41, ma primo per tasso di femminilizzazione, pari al 51,9% sul complesso delle relative aziende, è invece il comparto dei servizi di intermediazione turistica. Più in particolare l’incidenza delle donne raggiunge punte elevate nei servizi di guide e accompagnatori turistici e nelle agenzie di viaggio.

 

Le donne imprenditrici trionfano nell’agricoltura e nell’alimentare aprono panetterie

Su 8.548 imprese agroalimentari 1.615 sono condotte da donne, ovvero il 18,9%. Le imprenditrici si dedicano prioritariamente alla coltivazione agricola dove si registrano il 84,1% delle aziende dell’intera filiera al femminile. Tra queste, per numerosità, si distinguono 1.017 imprese dedite alla coltivazione  colture non permanenti (729 di cereali). Ma per incidenza di imprese “rosa” sul tessuto produttivo, l’imprenditoria femminile si fa strada più marcatamente nella coltivazione di riso.

Nel comparto della pesca e della silvicoltura la presenza dell’imprenditoria femminile nel sistema imprenditoriale è marcatamente più bassa rispetto alla media contando 150 imprese su circa 1.700 complessive ovvero meno del 9%.

Nell’alimentare un’impresa rosa su due è una panetteria. In generale nel comparto si contano 106 imprese capitanate da donne che pesano il 6,6% sull’intera filiera al femminile. Qui l’indice di femminilizzazione pari al 27,7% appare più alto rispetto alla media. Ma non mancano quote ancora più elevate. E’ il caso della produzione di paste alimentari, nella quale l’incidenza delle aziende rosa sul totale supera il 62% (36 su 58), della pasticceria con il 33,3% (3 su 9). Ma in termini assoluti sono le panetterie a guida femminile a distinguersi nel comparto che con 53 unità costituiscono la metà delle imprese rosa del comparto.

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