“Smile” ci mostra un mimo, vestito da pagliaccio, che ha sempre il sorriso sulle labbra, soprattutto durante il suo spettacolo in strada. Il mimo è sordomuto ma con la sua forza e la simpatia dimostra come ogni persona si può esprimere facendo leva sulle proprie qualità, al di là di ogni impedimento.
Il film introduce, con delicatezza, lo spettatore nel mondo della sordità, facendo emergere le discriminazioni di cui sono vittime molte delle persone che hanno questo problema. “Smile” non ha toni vittimistici, anzi, offre allo spettatore spunti di riflessione consentendogli di rendersi conto del pregiudizio allo scopo di superarlo, anche con un semplice gesto d’amore come lo può essere un colloquio tra un padre e suo figlio. Una chiave di lettura poetica che incontra l’amore, un sentimento vissuto nel suo difficile quotidiano.
Il mimo vive in una grande città dove ha amici e amiche, in particolare la commessa della pasticceria, che forse prova un sentimento per lui, a cui dona un fiore di plastica; ha anche un figlio, che vive qualche disagio a causa del suo stesso problema fisico.
Giunto a casa trova ad attenderlo il figlio, seduto sul divano, con ancora sulle spalle lo zaino della scuola. Il bambino è triste, non vuole più andare a scuola perché i compagni lo prendono in giro a causa della sua “diversità”. Il padre, con estrema dolcezza e soprattutto con verità, gli spiega che lui è un bambino uguale a tutti gli altri, che è bellissimo, forte e coraggioso: “le persone dicono un sacco di stupidaggini, meno male che io e te non dobbiamo sentirle”. Le sue parole entrano nel cuore del piccolo, pronto ad affrontare le difficoltà della vita.
“Smile” più che un cortometraggio è un atto di amore, che in fondo è la chiave di lettura di questa storia, come ha affermato anche lo stesso Pianezzi: “L’amore avvolge lo spettatore come una coperta, coccolandolo, facendolo sentire a suo agio, libero di emozionarsi”. Il soggetto e la sceneggiatura sono dello stesso Pianezzi, mentre le belle illustrazioni che impreziosiscono il film sono di Francesco Venturi. Un plauso va riservato al protagonista Martino Apollonio (ha recitato nell’episodio “Cuori randagi” del film “Eden” del regista Johnny Triviani), a tratti davvero commovente e all’ottima fotografia di Dario Di Mella. Il cortometraggio ha vinto la prima edizione del Festival Cinethica e il premio come miglior corto al Festival Internazionale di Mompeo 2012 oltre al premio come miglior attore assegnato a Martino Apollonio, per la sua straordinaria e “silenziosa” interpretazione.
“Smile” di Matteo Pianezzi, con Martino Apollonio, Fabio Raimondi, Sara Sartini, Fotografi di scena: Marco Mastrojanni e Claudio Cesarano, Direttore della fotografia Dario di Mella, 2011, Italia, durata 8’
Il film è visibile in edizione integrale su YouTube [vedi]
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William Molducci
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